sabato 17 settembre 2016

I REGRET... Seema Devi



I REGRET...


I saw a thick wall growing
between you and me.

There I struggled to demolish
and dismantle the thick wall
between me and you, day and night
I laboured.

As one wall collapsed,
was astonished to see another wall
Erected immediately,
I worked hard with more spirit.

When I succeeded at last,
Went into shock to see
It's you who was creating
The iron wall and none.

My being shattered.
I hate myself for demolishing
The wall and seeing the truth
I wish I was ignorant of it.

I should have spent my life
With the wall , my faith
on you intact, my love for you
undisturbed, ignorance a bliss.

Seema Devi


 
Painting ..courtesy
Herman vanden

Dopo la pioggia - Larah Lei



Dopo la pioggia

Orme smemorate nel fango
sdraiate ad aspettare
che il passo tuo lontano
non sia più sogno
sotto un cielo al finir del suo pianto ,
tra gli odori che di umide speranze
riempiono le cose ....
Ancora uno scroscio di gocce ,
l'ultimo ....
e il tocco lieve di una foglia vinta
sul mio capo inabissato...
carezzevole , fresca
sull'idea che non disperde .
Cantano ora più lontane
le nuvole settembrine
e tacciono i miei passi sul selciato .
Attendono l'uccidersi pigro del tempo
ch'avanza e un po' s'arretra doloroso,
nel tremulo sospiro
di un destino vago .
_ by Larah Lei ______





_ Artista Wangjie Li ____

USNULO PERJE PLAMENACA...Alen Laura



USNULO PERJE PLAMENACA...

Pod usnulim perjem plamenaca
ti skupljaš krhotine sjećanja,
vežeš ih za mjesečinu,
pjevaš im davno ugasle bajke,
jedva čujne,
pod valovima užurbanih svjetova,
tamo negdje,na ivici svemira…
…na posljednjem zrnu pješčanoga sata…
Negdje,gdje ti stanuješ…

Na krilima savršeno bijelih labudova
prosipaš sićušne čestice izgubljenih čežnji,
nekada zarobljenih pogledima sumnjivih osoba…
Potpuno si se stopila…
Sa zvonkim pjevom zlatnoga fazana…
Potpuno si uronila…
U safirnom jezeru mojih zanesenih misli…
Alen Laura

 

CÂNTEC DE TOAMNĂ - Doina Bezea

 

Toamna-ntoarse obrazul de prin cetini, arsă, 
palmele-i de humă cară-n brațe mirii 
umbrele-i de aur strâng pământu-n coasă 
ceruind sub frunze moartea-n cartea firii. 
 
Munți-și pun năframa coaptelor fecioare 
ascunzând năvodul gerului prin spini 
flori de colț nuntesc peste-a toamnei zare 
adunând în scorburi colbul din ruini. 
 
Blând, izvorul șterge umbra vechi-i coase 
rătăcind prin suflet ca un cântec lin 
umbrele tăcerii șterg priviri duioase 
adâncind natura într-un somn divin. 
 
Cerul strânge-n bucium doina-n fir de ie 
odihnind suflarea îngerilor mii 
epoleții toamnei țes pe cruci de glie 
cântecul acesta, mir de păpădii! 
Autor Doina Bezea

SILENT EMOTION - Saraswati Poswal


SILENT EMOTION

Being broken..
When the knots are open..
Makes you feel lonely...
Take away all your emotion..

The one you trusted the best..
Escape out putting in stress...
You cannot collect yourself..
You become silent and trustless..
Emotion try to flow you...
Though the eyes...
You growled all ..
Salty water...
Without showing your hurt..
Engulfing all what made you caress..
Made you lonely...
You think to make a river flowing..
But the delima..
You are going...
Makes you silent...
Emotions out of your senses..
No matter what happen to you...
No matter who call or caress for you.
When someone your..
Ditch you in zigzag ways...
@Saraswati Poswal

 

Refugium Peccatorum - Francesca Barnabei



Refugium Peccatorum (in memoria delle vittime del sisma)
Si e' abbattuta
forte
la falce
su quella terra
che ora
solo polvere
culla
per sempre.
E scivola
lento
il dolore
tra lembi
di vesti abbandonate
a questo pianto.
Ma l' ape
ha galleggiato
nella botte
intrisa d' odio
senza rammentare
alcun' azzurro
delle tue promesse.
Tu sei Rifugio Eterno
ai sassi
Tu sei Divino Specchio
Sede Perpetua
di Codesta
Santa Divinita'.
Francesca Barnabei,t.d.r.

venerdì 16 settembre 2016

In a summer day - Ayoub Kimo




In a summer day
Dawn lifts up his clouds
High enough
To let the moon miserable
Beneath the sun, your love
The shadow chases my body
A divine spectrum
He can’t follow me
I am like a child,
Widely throwing his extremities
Your light runs in my veins
Strengthen my soul’s dance
My head is spinning into orbits of you
Overwhelmed by your love fragrance
Your radiation is warming my thought’s oceans
As your thoughts dangled from your ears
Temperate and full of vital colors
A tree could grow because of you
In a summer day

 

I MORTI CI PARLANO NEI SOGNI - Carla Sale Musio


Succede spesso che le persone che abbiamo amato e che non ci sono più, trovino nei sogni un’occasione per comunicare con noi, finalmente libere dalle censure della nostra mente razionale.

Il pensiero materialista non crede possa esistere qualcosa oltre ciò che si può toccare, e lascia alle religioni il compito di raccontarci un aldilà in cui sarebbe possibile la permanenza dell’anima.

Ma la ragione fatica a credere per fede e i dogmi religiosi non soddisfano i perché dell’intelligenza.

Così sul tema della morte e della sopravvivenza ognuno coltiva le proprie convinzioni, a dispetto sia della scienza sia della fede. 

E, a volte, anche di se stesso.

Su un argomento tanto doloroso le contraddizioni sono all’ordine del giorno e, facendo il mio mestiere, capita spesso di incontrare atei che hanno paura dei fantasmi, cattolici che credono nella reincarnazione o buddisti che parlano con gli angeli.

La psicologia si colloca in una posizione diversa dalle ricerche in laboratorio, il lavoro con la coscienza è inevitabilmente privo di fisicità, ma non per questo è inesistente. Anzi!

Chi soffre di attacchi di panico sa quanto possano essere reali i pericoli invisibili e le cure fatte soltanto di parole.

L’immaterialità è il pane quotidiano di chi lavora con la psiche.

Tante persone arrivano in terapia travolte dal dolore per la morte di qualcuno che hanno amato.

Chiedono aiuto spaventate al pensiero di rifugiarsi in fantasie irreali e consolatorie ma incapaci di accettare l’idea che i loro cari siano dovuti uscire di scena per sempre.

In questi casi l’immaterialità subisce il disprezzo di una cultura che ha azzerato il valore dei sentimenti annullando l’interiorità.

Il mondo interno è uno spazio soggettivo e individuale che non si può standardizzare ne ripetere in laboratorio, ma è reale e pieno di vita! Lo dimostrano il dolore o la gioia che proviamo nei momenti importanti della nostra esistenza.

La morte di una persona cara è un evento delicato e ricco di significato proprio perché ci conduce a esplorare dimensioni diverse dalla fisicità.

Denigrare l’immaterialità e la soggettività ci priva degli unici strumenti capaci di dare valore a una perdita altrimenti terribile e crudele.

Morire vuol dire entrare in una dimensione rarefatta che fa paura proprio perché nel corso della vita non le riconosciamo alcuna realtà.

Quando il corpo scompare, ciò che resta esiste in uno spazio della coscienza privo delle coordinate materiali. Ma reale.

Da lì i nostri cari cercano di stabilire un contatto con quella parte di noi che è in grado di percepirne l’esistenza anche senza la corporeità.

E’ un contatto intimo ed emotivo fatto di sensazioni profonde e spesso prive di immagini o di parole.

E’ lo spazio dell’amore.

Lo conosciamo e ce lo permettiamo quando il corpo fisico ci aiuta a credere in una rassicurante materialità, e lo neghiamo quando invece la morte ci costringe ad ammetterne l’esistenza in assenza di riferimenti concreti.

L’amore oltrepassa la dimensione materiale e coinvolge aspetti della coscienza che sono soggettivi, emotivi e spirituali.

E’ un’energia che si estende oltre i limiti della fisicità.

Lo sanno gli innamorati, lo sanno le mamme, lo sanno gli animali… lo sanno tutti quelli che amano e hanno amato.

L’amore è qualcosa che si sente dentro e che le parole faticano a spiegare perché non è fatto di parole. Si può soltanto viverlo.

Quando i nostri cari non hanno più il corpo, rimane soltanto l’affetto che abbiamo condiviso e bisogna imparare a muoversi in una dimensione priva di concretezza e di corporeità.

Uno spazio da cui cercano di raccontarci la loro verità.

Spesso però la sofferenza che proviamo impedisce la comunicazione, bloccando l’energia affettiva dietro un muro di dolore e paura.

L’amore è l’antitesi del dolore e della paura.

Nei sogni la nostra mente finalmente si acquieta e, mentre il corpo recupera energie per affrontare la vita quotidiana, la parte affettiva della coscienza si libera del giogo imposto dal pensiero razionale e si muove leggera nelle dimensioni immateriali del sentimento.

In quegli spazi liberi dalle catene della logica prendono forma i sogni e avvengono gli incontri con le persone che non hanno più il corpo e che così possono finalmente parlare al nostro cuore.

Nei sogni ritroviamo chi ci ha lasciato e spesso viviamo la buffa sensazione di dovergli ricordare la morte.

“Ma tu sei morto…” diciamo increduli e preoccupati, permettendoci una conversazione che farebbe andare in bestia la ragione (se non dormisse).

“Lo so, lo so… ma io sto benissimo!” ci rassicura chi, pur senza avere un corpo, sente di essere se stesso e si riconosce in ciò che prova.

Sono dialoghi che avvengono in un linguaggio fatto di immagini, condensazioni e spostamenti, perciò non sempre è facile interpretarne il significato, una volta tornati allo stato di veglia.

La ragione ha bisogno di tante rassicurazioni per credere che queste comunicazioni avvengano davvero, e spesso un meccanismo di rimozione cancella i ricordi dei sogni impedendone una corretta interpretazione.

Ma nel corso dei colloqui psicologici, abbandonata la vergogna e la paura di essere derisi, le comunicazioni appaiono frequenti e ricorrenti, confermando quanto i nostri cari sentano il bisogno di rassicurarci sulla loro esistenza incorporea e sulla loro costante presenza.

Tante persone raccontano episodi in cui gli incontri sono possibili e pieni di gioia, una volta superata la dicotomia tra vita e morte che affligge il pensiero materialista.

Chi non ha più un corpo ha un amore senza confini e aspetta, al di fuori del tempo, il momento della nostra attenzione.

Amare è un modo di essere che attraversa la materialità senza appartenerle e, come un arcobaleno, rischiara il grigiore del dolore e della paura.

Nei sogni la logica mette da parte le sue pretese e cede il posto al cuore, l’unico luogo in cui sia possibile ritrovarsi.

Per sempre.

Carla Sale Musio

RECHI UN SALUTO AI MIEI AMATI GIOVANI ABRUZZESI di Amedeo Esposito




RECHI UN SALUTO AI MIEI AMATI GIOVANI ABRUZZESI

di Amedeo Esposito


L'AQUILA - “Fido su tutti gli abruzzesi  perché i valori patri tornino nei cuori di tutti gli italiani. Non dubito della fede degli scannesi che alla fine del 1943 ed i primi del 1944, mi concessero, a me giovane ufficiale in fuga dai tedeschi, di condividere con loro il pane che non c’era, “condito” da tantissima umanità ed amore che sono certo siano stati trasmessi ai miei amati giovani abruzzesi che saluto”.

Queste le parole di commiato del Presidente Ciampi al momento di salutare i due redattori dell’Ansa (uno chi scrive), dopo aver rilasciato loro un’intervista sulla visita che il Capo dello Stato avrebbe fatto all’Aquila qualche settimana dopo, e cioè nel settembre del 1999. Oggi che l’Abruzzo e l’Italia piangono la scomparsa del “Presidente galantuomo”, riaffiorano tutte le Sue manifestazione di stima per la terra abruzzese.

Come quella che portò alla concessione della medaglia d’argento all’Itis (Istituto tecnico industriale) “Amedeo di Savoia”, dopo che, nella “Giornata della memoria” del 27 gennaio  del 2003, i 1400 studenti, schierati nel piazzale interno della scuola dedicato al loro compagno ebreo Fernando Della Torre - uno dei Nove Martiri Aquilani -, con la “mano sul cuore” intonarono l’inno nazionale unitamente con gli alpini del “Battaglione L’Aquila”. Quell’inno fu ed è certamente la via imboccata da tutti i ragazzi italiani verso i valori che lo scomparso Presidente Ciampi ha indicato a tutti per un’Italia unita ed europea.     


giovedì 15 settembre 2016

Slavica Pejovic - POKLON



Slavica Pejovic
POKLON

Ispruži ruku
Prihvati
Poklon je

Tebi
S ljubavlju
Dat
I podeli
Da radost je
Inima
Koricu bar
Ma i mrvicu
Siti biće
Prozboriće
Dlanovi pruženi
Osmehnuti
I oči...