VILIPENDIO E TORMENTO
Ancora pugnalate alle spalle
condannata senza appello
crocifissa e inchiodata tra spilli
e fiori, spade acuminate,
lingue taglienti di spergiuri e traditori
pozzi senza fondo di veleni e fiele.
La verità rimane legata al guinzaglio degli spettri
silenziose le lacrime colano come brina
si arenano sulla pelle trafitta.
Si è sempre soli quando
cala la sera e le ombre dei malvagi
danzano intorno come avvoltoi
e resti immobile fra
le onde ad affogare
gli occhi cupi a rimirar la prigione
e le mani consumate che han medicato
per anni tante ferite.
Con le unghie graffio le pareti
per incidere la mia
rabbia di donna
asimmetrica nel suo dolore sanguinante
che fluisce nel supplizio di questo mondo
che non fa per me.
Dentro mi consumo in altri mondi, spazi infiniti
dove non ci sono amori imperfetti.
Ripiego le mie ali stanche
le fiamme della cattiveria si sono spente
ed io mi offro nuda alla tempesta.
Succhio avida gocce di pioggia
la rugiada ricopre la mia pelle
e come una folle rigurgito i veleni ingoiati.
La mia anima rifiorisce ed incanta l’aria
con la sua purezza intinta di sereno.
Regina Resta @
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