Leonardo Sciascia, profeta della letteratura italiana, prendendo spunto
dalla saggezza popolare, fatta di consolidata cultura di vita pratica,
divideva il genere umano in alcune particolari categorie: uomini,
mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà; una classificazione
che persiste ancora da tempo e soprattutto in questo primo scorcio di
terzo millennio, caratterizzato molto da ominicchi e quaquaraquà....
Questa cerchia di persone si sta diffondendo a vista d’occhio,
occupando gli spazi dei network, in maniera esponenziale, persone che
la cultura popolare definisce pidocchiosi rivestiti, che nella realtà
giocano ad imitare (senza riuscirci) gli uomini "de facto".
L’ominicchio diventa a volte più pericoloso dei pigliainculo e dei
quaquaraquà perché se i primi sono perdenti e gli altri sono stupidi,
degli ominicchi si può provare solo compassione perchè non sa vivere al
mondo e scimmiotta gli altri.
Nel mondo dei quaquaraquà, presenti in
tutti i campi, i temi più frequenti che sbandierano sono la qualità e
la credibilità. Ho notato che ognuno si sente detentore di entrambe le
cose, per cui stabilire l'autenticità delle affermazioni non è facile.
Innanzitutto qualità, cultura, onestà intellettuale, serietà, si
coniugano sempre e solo con l'umiltà...umiltà d'animo e di
comportamento. Chi veramente è colto, capace, sa che può sempre
migliorare, pensa a crescere e ha occhi limpidi e cuore aperto. Guarda
sempre avanti, con modestia e coraggio.
E' amabile, perchè non
gonfia il petto, nè polemizza, realizza fatti che lo contraddistinguono
dagli altri. Lascia un segno, orme da percorrere che portano a spazi
immensi.
Vive fuori da sè, senza protagonismo, nè esibizionismo,
cultore del buon senso e della responsabilità. Il rispetto e
l'educazione sono i tratti peculiari delle sua azione e del suo
parlare, il linguaggio è semplice e comprensibile, perché la parola come
il disegno non hanno bisogno di troppo rumore si qualificano per i
contenuti e la forza dei colori, come musica si diffondono e vanno
lontano.
L'importante è saper ascoltare, in silenzio, perchè le cose belle non hanno bisogno di troppe parole.
Pertanto è bene diffidare sia dalla facile commiserazione in cui spesso
cadiamo se ci imbattiamo nel prossimo disgraziato, sia di tutti gli
altri pavoni di turno, e coltivare la propria cultura della vita per
diventare padroni nell’individuare l’amico vero dal pagliaccio, o peggio
ancora dal pettegolo di turno. r.r.