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mercoledì 27 maggio 2020

Premio Letterario Internazionale "Città del Galateo – Antonio de Ferrariis" 2020 I vincitori della VII edizione. La premiazione, già rinviata, si terrà in dicembre a Roma di Goffredo Palmerini



Immagine Principale

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LECCE – Era già tutto pronto per la cerimonia di consegna dei riconoscimenti della VII edizione del prestigioso Premio internazionale “Città del Galateo – Antonio de Ferrariis”, che si sarebbe dovuta svolgere a Roma il 24 aprile scorso nello splendido Palazzo Sora, sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani. L’importante evento letterario, promosso ed organizzato dall’Associazione culturale VerbumlandiArt di Galatone, in collaborazione con Federiciana Università PopolareSindacato Libero Scrittori Italiani e la Casa editrice Tabula Fati di Chieti, era programmato da tempo ed è stato rinviato a causa dell’emergenza sanitaria nazionale e internazionale da Covid 19.

Verbumlandiart, nella riunione del Consiglio Direttivo tenutasi il 20 maggio scorso sotto la presidenza di Regina Resta, oltre all’approvazione del bilancio consuntivo 2019 e la previsione delle attività 2020, ha disposto il rinvio a dicembre 2020 in un giorno ancora da definire - sempre a Roma nel rinascimentale Palazzo Sora, sito in Corso Vittorio Emanuele - della cerimonia di premiazione degli insigniti speciali e dei vincitori dell’edizione 2020 del Premio letterario intitolato al grande umanista salentino Antonio de Ferrariis (Galatone, 1444 – Lecce, 12 novembre 1517).


Di seguito sono riportate la classifica dei vincitori del Premio e le altre determinazioni della Giuria presieduta da Randall Paul, regista attore e scrittore (Presidente onorario) e da Cosimo Loré, docente Scienze forensi a Siena, giornalista e scrittore (Presidente Giuria),  composta da Annella Prisco, scrittrice, Roberto Sciarrone, docente Università di Roma La Sapienza e giornalista, Tiziana Grassi, giornalista e scrittrice, Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, Fiorella Franchini, giornalista e scrittrice, Marilisa Palazzone, docente e scrittrice, Sergio Camellini, psicologo e poeta, e per la Sezione Stranieri da Mirjana Dobrilla, poeta e traduttrice, Regina Resta, poeta.

Questi i nomi degli insigniti speciali del Premio alla Carriera “Città del Galateo” 2020”, la cui scelta è stata operata in base alle attività svolte, curriculum, professionalità, formazione e meriti, siamo lieti di far conoscere, tutte Personalità insigni del mondo culturale che tanto hanno dato e continuano a dare per la crescita del Paese, ognuno nel suo campo, con eccellenza e abnegazione. Appuntamento dunque a Roma, in dicembre, per la cerimonia di consegna dei riconoscimenti agli insigniti speciali e ai vincitori della VII edizione del Premio Letterario internazionale “Città del Galateo”.


PREMI SPECIALI

  • PREMIO   ALLA   CARRIERA “CITTA’ DEL GALATEO” 2020
Prof. Corrado Calabrò -  Giurista, scrittore e poeta.  
Dr. Roberto Celada Ballanti - Professore associato di Filosofia delle Religioni, scrittore.  
Dr. Pino Scaccia - Giornalista Rai e scrittore.  
Dr. Randall Paul -  Produttore cinematografico, regista e attore.
Dr. Anna   Maria Lombardi – Psicologa, psicoterapeuta, poeta e scrittrice.
Dr. Marcello Vitale - Presidente Emerito Suprema Corte di Cassazione, poeta e scrittore.
Dr. Maria Pia Incoronata Turiello - Criminologa forense - Presidente AISPAC - direttore dipartimento Criminologia Federiciana Università Popolare.

  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA “CITTA’ DEL GALATEO” PER IL GIORNALISMO
Dr. Ottavio Lucarelli -  Presidente Ordine dei Giornalisti della Campania, scrittore.

  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA “CITTA’ DEL GALATEO” PER LA COMUNICAZIONE
Dr. Mariapia   Rossignaud -  Direttrice Media Duemila - Vicepresidente Osservatorio TuttiMedia.

  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA VERBUMLANDIART PER LA CULTURA “CITTA’ DEL GALATEO” 
Dr. Raffaele Messina – Docente e scrittore.

  • PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA VERBUMLANDIART PER LA CULTURA “CITTA’ DEL GALATEO”
Dr. Caterina Silvia Fiore -  Poeta, autrice, ideatrice Premio Internazionale “Per troppa vita che ho nel sangue” e Premio letterario “Nika Turbina”.

  • PREMIO SPECIALE VERBUMLANDIART “CITTA’ DEL GALATEO” ELOGIO ALL’ECCELLENZA 2020
Dr. Elia Fiorillo - Giornalista e scrittore, consigliere Federazione nazionale Stampa italiana (FNSI) e componente Comitato esecutivo del Sindacato Libero Scrittori Italiani.
Dr. Federico Gentilini - Avvocato, Mediatore familiare e sociale, docente universitario "Metodologia, organizzazione e Management dei Servizi Sociali", coordinatore Progetto EDUCALS, curatore Premio EDUCALS.  
Dr. Enrico Longo - Dirigente scolastico, direttore del periodico “La Postilla”, giornalista e autore.
Dr. Salvatore Maria Mattia Giraldi - Presidente della Federiciana Università Popolare, medico.

PREMIO LETTERARIO - VINCITORI

PREMIO ECCELLENZA GIOVANI – CRITICA VERBUMLANDIART
Paola Lucia Marcucci Pinoli - “Sogni”, Quattroventi Editore
Loris Avella – Silloge “Mitologia moderna”, Chaos Ed.
Cristian Davide Mele – “Il dono” - Classe III AC – Istituto d’Istruzione Superiore “E.Medi”, Galatone.

• CATEGORIA ARTICOLO DI GIORNALE
1. Antonio Botta - A Casoria un convegno su Terra dei Fuochi. Vincere l’indifferenza con la conoscenza e la cultura.
2. Elena Righi – Svelato il mistero della donna trovata nel fossato.
3. Tina Ferreri Tiberio – Un massacro dimenticato: Tlatelolco 2 ottobre 1968, da Oriana Fallaci “Niente e così sia”.

• CATEGORIA RACCONTO A TEMA LIBERO
1. Marika Stapane – Le parole che non ti ho detto.
2. Gaetano Catalani – L’albero di scalesia.
3. Ivano Baglioni – Un Natale da… pionieri.
4. Cenzo Casavola – Paradisi sulle dune salentine.
5. Carlo Simonelli – L’ultimo salto di Luz.

DIPLOMA D’ONORE
Filippo D’Aiello (Mirko Marasco) – Racconto sul bullismo
Salvatore La Moglie – Rita e i cinque balordi

• CATEGORIA POESIA ADULTI A TEMA LIBERO
1. Montaquila Giuseppe – Vite spezzate
2. Francesca La Rosa – Lacrime di cristallo
3. Marco Vescarelli – Stanze
4. Franca Mucciante – Frugando nel passato
5. Giuseppe Milella – La meraviglia che mi circonda

DIPLOMA D’ONORE
Domenico Faniello – L’evoluzione della famiglia
Augusta Tomassini – Fiori di malva
Annamaria Deodato – Madre e figlia
Marco Vaira – Sangue amaro
Velia Aiello – Sete di vita

PREMIO D’ECCELLENZA DELLA GIURIA
Antonio Barracato e Dorotea Matranga - CORTO POESIA ITALIANA ED IPSEITA’ DELL’IO (Nuovo Movimento Culturale d’Avanguardia Teorizzazione Invenzione).

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Valerio Di Paolo – Il silenzio
PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA
Nadia Pascucci – Al di là del cancello
Elvio Angeletti – Tra cielo e mare

• CATEGORIA POESIA IN VERNACOLO A TEMA LIBERO
1. Carla Barlese – Na leggenda gallese (Una leggenda gallese)
2. Fausto Marseglia – Aret’ e llastre (Dietro i vetri)
3. Giuseppe D’Agrusa – Chista è a Sicilia, chistu è u sicilianu (Questa è la Sicilia, questo è il siciliano)
4. Giovanna Balsamo – Piglieme ‘mbraccio (Prendimi in braccio)
5. Tiberio La Rocca – Acca e delore (Acqua e dolore)

DIPLOMA D’ONORE
Angelo Canino – N’cerca e cumpuartu (In cerca di conforto)
Elena Maneo – I pompieri amighi (I pompieri amici)
Umberto Di Pietro – Er poraccio (Il poveraccio)
Gennario Grieco – Ognuno ‘e nuje ‘na stella (Ad ognuno di noi la propria stella)

• CATEGORIA SILLOGE ADULTI A TEMA LIBERO
1. Valerio di Paolo – Momenti di vita
2. Stefania Siani – Le nudità dell’animo
3. Vittoria Caso – Ombre
4. Giovanni Malambrì – Le farfalle non volano più
5. Vito Adamo – In quest’infinito

DIPLOMA D’ONORE
Fabio Squeo – Salmo fiorito
Maria Pia Brunelleso - Essenze
Roberto Rossi – Ecco la mia virgola emozionale
Pietro Casella – Mai una volta
Roberta Meniconzi – Le persone, quando volano via

• CATEGORIA LIBRI POESIA EDITA E INEDITA
1. Anna Manna - “Ebbrezze d’amore, dolcezze e furori” – Nemapress Edizioni
2. Silvana Stremiz - “Fotogrammi di un sogno” – Intermedia Edizioni
3. Anastasia Arnesano - “All’alba in punto” – Musicaos Editore
4. Annalisa Rodeghiero - “Incipit” – Edizioni Stravagario
5. Teresa Capezzuto - “Particolare” – Genesi Editrice

DIPLOMA D’ONORE
Alfonso Gargano - “La mia Salerno in rima baciata” - Printartedizioni
Giuseppe Anastasi - “La grande seduzione” - Giotto Stampa Messina
Giuseppe Fioschi - “Tra l’attimo e l’infinito” – Spagine Poesia
Michele Izzo - “L’impossibile incanto” – Intermedia Edizioni

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Gianluca Polastri - “L’illusione gentile di esistere” – EBS Print Boston 40
Alfonso Severino - “Rifrazioni” – Libreria Dante Descartes
PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA
Claudia Piccinno - “La nota irriverente” – Il cuscino di stelle Editore
PREMIO SPECIALE VERBUMLANDIART
Felicita Lione - “Figlia mia sii pietra dura” – Collana Pietre Dure

• CATEGORIA LIBRI NARRATIVA
1. Claudio Tugnoli - “Come un ladro nella notte” – Genesi Editrice
2. Assunta Antonini - “L’isola” - Aracne
3. Vittorio Saltarelli - “Eventi, rimembranze, personaggi della memoria” – Elison Publishing
4. Patrizia Tocci - “Carboncini” – Tabula Fati Editore
5. Daniela Moreschini - “Piacere mi presento” – Edizioni il Faro

DIPLOMA D’ONORE
Rosemary Jadicicco - “Dal nord al sud” – Aletti Editore
Alessandra Cinardi - “La piramide occulta” – Armando Curcio Editore

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Francesco Testa - “Indelebile come un tatuaggio” – Graus Editore

PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA
Giovanna Politi - “Io sono l’A-more” – Casa Editrice Kimerik
PREMIO SPECIALE VERBUMLANDIART
Laura Margherita Volante - “Ti sogno, Terra. Il lungo viaggio dei sognatori” – Quaderni del Consiglio Regionale Marche

• CATEGORIA SAGGISTICA LETTERARIA
1. Enzo Rega - “Derive mediterranee, immagini letterarie da Napoli all’altra sponda” – Edizioni L’Arca e l’Arco
2. Mariateresa Protopapa - “Dissertazione sulla poetica cristallina di Antonela Sergi” – EditSantoro
3. Roberto Tiberi – “Il diritto alla felicità” – Novalogos


AUTORI STRANIERI VINCITORI - FOREIGN AUTHORS WINNING
ARABIA SAUDITA
RAED ANIS AL-JISHI - FINAL ACT – ATTO FINALE - Traduzione a cura di Claudia Piccinno
AZERBAIGIAN
TERANA TURAN RAHIMLI - CADO SULLA STRADA IN CUI TI ALLONTANASTI DAL MIO SGUARDO - Traduzione di Claudia Piccinno
AUSTRALIA
LILYANA ŽIVKOVI? - TRENUTAK
CILE
TAMARA MINAEFF TOLSTOW - POR QUIÉN LLORA LA ESTEPA DE OJOS CLAROS (PREMIO SPECIALE GIURIA)
CINA
TZEMIN ITION TSAI - BE MY CARE ALWAYS (SII SEMPRE LA MIA CURA) – Traduzione di Valentina Meloni - (ENCOMIO D’ONORE)
EGITTO
GEORGE ONSY - QUANDO SCRIVO IN ITALIANO. Cicerone tra Giulio Cesare e Mussolini - (GRANDE ENCOMIO D’ONORE DELLA CRITICA) FRANCIA
MARCO PERNA - JEUNE FILLE KURDE (RAGAZZA CURDA)
GERMANIA
TOBIAS BURGHARDT – REQUIEM - Traduzione di Silvia Favaretto, rivista da Paolo Ruffilli
IRAQ
SABAH AL ZUBEIDI – LJUBAV
KYRGYZSTAN
RAHIM KARIM KARIMOV - THANKS TO PEOPLE OF THE PLANET!  - (ENCOMIO D’ONORE)
MESSICO
MIGUEL ANGEL ACOSTA LARA - DE QUE SE TRATA LA VIDA – (ENCOMIO D’ONORE)
NIGERIA
ADEDOYIN OLALEYE - HOPE FOR THE NATION
PAKISTAN
MAZHER HUSSAIN ABDUL GHANI - ENCHANTING COLOURS – (ENCOMIO D’ONORE)
ROMANIA
1. ALEXANDRA FIRITA - NOI LE DONNE
2. MIRELA DUMA,- MARY, OUR FATE – IL NOSTRO DESTINO, MARIA
3. ELENA SPATARU - VALSUL VIE?II – IL VALZER DELLA VITA
LILIANA LICIU - VICINO ALL’ORA AZZURRA - (PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA)
SPAGNA
JOAN JOSEPMBARCELÓ I BAUÇÀ – ELECTRONEGATIVITAT - (PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA)
ELISABETTA BAGLI - LOS BARCOS DE LA ESPERANZA - (PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA)
STATI UNITI D’AMERICA - USA
FALEEHA HASSAN - MY DANGEROUS MEMORY - (NJ)
TATJANA WEBSTER - BLUE UNIVERSE PRAYER - (FL)
SVEZIA
MUBERA SABANOVIC - LOVE THROUGH DREAMS
TURCHIA
1. AL? GÜNVAR - AUGMENTED SONNET TO THE GLAZE OF SPRINGTIME (HOMAGE TO BAKÎ) - Traduzione Claudia Piccinno
MESUT SENOL - GOING DOWN THE HILL OF THE DREAMS - traduzione Claudia Piccinno - (PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA)
SERBIA
RACCONTI – PRI?E
1. SINIŠA STAMENKOVI? – NENAD
2. LIDIJA MALOVI? – PROMOCIJA BOLA
3. ZDENKA MLINAR – U DOBRU I ZLU
PREMI SPECIALI – POSEBNE NAGRADE
ANA SMILJANI? – ZAKLINJANJE
MICHELL BOLTRES – PEPEO
MILINA MILOŠEVI? – SUTRA
VLASTIMIR STANISAVLJEVI? ŠARKAMENAC – PRI?A ISPRI?ANA
POESIA – POEZIJA
1. MIKA VLADISAVLJEVI? – KLJU?EVI DUŠE
2. BUDIMIR STEFANOVI? – PRAZNINA
3. IGOR TRAJKOVSKI – TI I JA
PREMIO D’ONORE – PO?ASNA NAGRADA
ZLATOMIR JOVANOVI? – DAN
PREMIO SPECIALE – POSEBNA NAGRADA
GORDANA TAKEC – NAŠI KESTENOVI U KIJEVU
GORDANA SARI? – MOJA DUŠA
REFIKA DEDI? – GRADIM IME
LJILJANA PILIPOVI? KARANOVI? - DO?I U ZORU
DAMIS MARAS – BEOGRAD

ATTESTATO DI MERITO POETICO – NAGRADA ZA POETSKU VREDNOST
MILOVAN ILI? – ŽENO
NADICA ILI? – ZAVET SINU
ŠEMSO AVDI? – ROMI OD RO?ENJA DO SMRTI
SRE?KO AL?EKSI? – NEPRO?ITANA KNJIGA

venerdì 20 settembre 2019

NUOVE ORIZZONTI DI COOPERAZIONE CULTURALE DALLA MISSIONE A BELGRADO Un successo per la delegazione dell’Associazione Verbumlandiart gli incontri tenuti in Serbia di Goffredo Palmerini


L’AQUILA – Scriviamo questo reportage qualche tempo dopo il nostro rientro della missione in Serbia. Capita, talvolta, d’essere completamente presi dalle vicende che si rincorrono, da non lasciare il tempo della riflessione per riordinare appunti, fatti ed emozioni e trarne un racconto compiuto. Lo facciamo con qualche ritardo, senza tuttavia danno sulla memoria dei fatti, delle persone e dei luoghi.

Sono stati un successo, per la delegazione dell’Associazione Verbumlandiart di Galatone (Lecce), gli incontri tenuti dal 23 al 26 agosto scorso a Belgrado con alcune importanti realtà culturali della Serbia, con le quali da alcuni anni Verbumlandiart intrattiene stretti rapporti di relazione e cooperazione, culminati per le associazioni letterarie serbe in diverse visite in Italia e per l’associazione salentina in precedenti missioni nel Paese balcanico, a Belgrado, Pozarevac, Kostolac e Novi Sad. La delegazione, composta da Regina Resta, presidente di Verbumlandiart, dal vicepresidente Goffredo Palmerini e dalla componente del Consiglio direttivo Mirjana Dobrilla, è stata impegnata in eventi letterari ed incontri istituzionali, nel quadro d’una collaborazione con prestigiose istituzioni culturali della Serbia, già collaudata con la partecipazione serba a diversi eventi in Italia, ultimamente a Roma,  presso la sede della Società Dante Alighieri, in occasione del IV Premio internazionale “La Voce dei Poeti”.

Arrivata il 23 agosto a metà giornata, con il volo Alitalia da Roma, la delegazione è stata accolta in aeroporto da Sabah Al-Zubeidi, direttore del Centro culturale “Mesopotamija” di Belgrado. Giusto il tempo di raggiungere la città e arrivare a casa della poetessa Nadica Ilic per una gustosa conviviale, alla quale hanno partecipato alcuni ospiti tra i quali il poeta Ali Al-Baldawi, proveniente dalla Bosnia Erzgovina, quindi la sistemazione in albergo e già il primo impegno pubblico per la delegazione. Nel cuore istituzionale di Belgrado, nella magnifica sede dell’Unione degli Scrittori, alle 19, si è tenuta la presentazione di due volumi di liriche, entrambi pubblicati dall’editore Zlatomir Jovanovic, in italiano, serbo e lingua romanì.

Dapprima è stata presentata la silloge "Essere solo me stessa" di Regina Resta, con intervento dell’editore e di Goffredo Palmerini, che del volume ha redatto la prefazione insieme al contributo critico introduttivo scritto da Tiziana Grassi. Significativa la presenza del mondo letterario serbo all’evento, che si è svolto nella bella sala auditorium al pianterreno dello storico palazzo. E’ seguita quindi la presentazione della silloge "Cercami nel cuore" di Mirjana Dobrilla, con prefazione di Borisav Blagojevic, poeta insigne ed esponente del mondo letterario serbo, che presente all’evento ha tessuto le lodi all’autrice per la delicata raffinatezza poetica. L’evento si è aperto con una puntuale introduzione della poetessa Lidija Malovic, che ha poi coordinato gli interventi, trapuntati da letture di liriche, nelle tre lingue.

L’indomani 24 agosto, con inizio alle ore 11, presso la grande Aula conferenze di Stari Grad (Città Vecchia), municipio nel cuore storico di Belgrado, la delegazione ha partecipato, ospite d’onore, al Festival internazionale di Poesia organizzato dal Centro Culturale “Mesopotamija” con il patrocinio dell'Ambasciata dell'Iraq in Serbia, sotto la direzione artistica di Sabah Al-Zubeidi. Prima dell’inizio della lunga kermesse poetico-letteraria, la delegazione italiana, in una sala riservata, è stata salutata dal Ministro primo Consigliere dell’Ambasciata irachena, Farook Sadik Haider, accompagnato dall’addetto culturale Hussam Saeed Al-Lamy. La Presidente del Consiglio municipale di Stari Grad, Mila Popovic, ha porto il saluto della città capitale della Serbia. Presenti all’incontro anche Mirjana Nikic, giornalista del quotidiano Politika, Violeta Dimitric e Borisav Blagojevic. Nel corso dell’incontro è stato sottoscritto da Regina Resta e da Sabah Al-Zubeidi un Protocollo di Cooperazione tra l’Associazione Verbumnlandiart e il Centro Culturale Mesopotamija, tenendo conto degli interessi comuni nel campo della Cultura, della Poesia e dell’Arte e dello sviluppo delle relazioni culturali tra i due Paesi.

Ha quindi preso avvio il Festival di Poesia, che ha visto partecipazione all’evento con proprie opere numerosi scrittori e poeti da molti Paesi: Serbia 85, Montenegro 6, Croazia 10, Bosnia Erzgovina 10, Macedonia 10, Slovenia 1, Russia 1, Romania 8, Austria 2, Italia 5, Germania 11, Danimarca 3, Francia 1, Svezia 3, Canada 1, Usa 2, Gran Bretagna 2, Australia 2, Iraq 11, Siria 5, Tunisia 6, Algeria 6, Marocco 4, Giordania 1, Oman 5, Libano 1, Egitto 1, Sudan 1. Le opere vincitrici sono state riportate in una curata antologia. Molti gli autori presenti, dagli Stati balcanici in particolare, ma anche da altri Paesi. A loro hanno dato il saluto, in rappresentanza dell’Ambasciatore dell’Iraq, il Ministro primo Consigliere Farook Sadik Haider e la Presidente del Consiglio municipale Mila Popovic.

E’ seguita una lunga sequela di declamazioni di liriche, consegna di riconoscimenti ai Poeti vincitori e ai menzionati d’onore, cui ha provveduto la Giuria presente al tavolo della presidenza, composta da Sabah Al-Zubeidi, Zlatomir Jovanovic, Violeta Dimitric, Borisav Blagojevic, Violeta Bozovic. Ha infine concluso la manifestazione l’atto di sottoscrizione, tra Verbumlandiart e l’Associazione degli Scrittori di lingua romanì, di un Patto di Amicizia e collaborazione, firmato dai rispettivi presidenti Regina Resta e Zlatomir Jovanovic. Consistente e dinamica la presenza al Festival letterario di poeti di lingua araba, anche provenienti dai Paesi del Medio Oriente, in particolare con il giornalista e traduttore iracheno Hussein Nhaba, il quale ha manifestato di voler realizzare anche in Iraq un evento letterario, proprio in collaborazione con l’Associazione Verbumlandiart.

Domenica 25 agosto. Era una giornata un po’ velata dalla pioggia mattutina, ma poi si è aperta al bello una calda giornata di sole. La delegazione italiana e diversi ospiti stranieri, guidati da Sabah al Zubeidi e Borisav Blagoievic, hanno visitato alcuni monumenti, ma particolarmente la Fortezza di Belgrado, dalla quale si gode una magnifica vista sulla città e sul fiume Sava laddove confluisce nel Danubio. Imponente e vasta, la Fortezza domina sul corso del fiume e consente di ammirare lo skyline della città che si staglia sul blu tenue del cielo. Il Kalemegdan, così si chiama il complesso della Fortezza, è oggi il più grande parco della città di Belgrado, situato nella municipalità di Stari Grad, proprio nel centro della capitale serba. Dal colle della Fortezza la vista sui due fiumi è eccezionale, come il profilo delle architetture urbane della capitale.

Un po’ di storia della Fortezza. Alla fine del I secolo a.C. i Romani edificarono un castrum alla confluenza del Danubio con la Sava, come accampamento permanente della IV Legione “Flavia”. Il castrum, denominato Singidunum, fu distrutto dagli Unni e ricostruito nel VI secolo per essere nuovamente danneggiato un secolo più tardi dagli Avari e dagli Slavi. Non si conosce con esattezza quando gli Slavi ricostruirono la città: probabilmente tra l’VIII e il IX secolo. Si sa, comunque, che per la prima volta il nome di Belgrado fu menzionato in una lettera di Papa Giovanni VIII del 16 aprile 878, e si ipotizza che derivi dal particolare colore bianco della roccia calcarea di cui è composta la fortezza (beli: bianco, grad: città), diversa dalle rocce più scure dei rilievi circostanti. La fortificazione fu per secoli l'unica area della zona di Belgrado ad essere abitata. L'imperatore Manuele I Comneno, nel XII secolo fece ricostruire le mura romane, e il despota Stefan Lazarevic, che dichiarò Belgrado capitale dello stato serbo, nel XIV secolo fece riparare e rafforzare le strutture difensive della città alta e di quella sottostante, ampliò l’edificio della corte e fece costruire un porto fluviale sulla Sava.

Durante il periodo della dominazione ottomana, iniziata nel 1521, fino a tutto il XVII secolo non furono fatte grandi opere, mentre nel XVIII secolo, la fortezza fu ricostruita e distrutta per tre volte. Durante l'occupazione austriaca (1717-1739) assunse un’importantissima funzione difensiva e fu tra le più possenti fortificazioni europee. Dopo la vittoria dei serbi nella seconda rivolta contro i turchi e la liberazione di Belgrado, l’importanza della fortezza diminuì. Nel 1869 iniziarono i lavori per la trasformazione dell’area circostante la fortezza in parco: nel 1891 furono create strade percorribili nell’area pianeggiante ai piedi della rocca e furono piantati numerosi alberi.

Capitale della Serbia, Belgrado ha oggi circa un milione e 700.000 abitanti con la sua area metropolitana. Ѐ una delle città più antiche d’Europa e un importante nodo di trasporti dove s’intersecano le reti di comunicazione tra l’Europa orientale e occidentale. Vi si incrociano, infatti, le strade europee E70 ed E75, l’intreccio di corridoi paneuropei 7 e 10, il collegamento con le principali direttrici ferroviarie, l’aeroporto internazionale “Nikola Tesla” e due fiumi internazionali navigabili. La città è infatti situata sui due grandi fiumi, la Sava e il Danubio, dalle cui acque è circondata su tre lati. Proprio per questa sua posizione è stata giustamente chiamata “il cancello dei Balcani” e “la porta d’Europa”. Belgrado è amministrativamente divisa in 17 municipi, di cui 10 centrali e 7 suburbani. La città, che nelle periferie ha un’edilizia spesso degradata da impronte architettoniche che richiamano il regime comunista, nel centro sta rinnovandosi sia nella cura degli arredi urbani che nel restauro degli antichi palazzi, mentre nelle aree esterne svettano ardite moderne architetture.

Qualche palazzo porta ancora le ferite dei missili “chirurgici” delle forze Nato, durante la guerra civile nell’ex Jugoslavia che tra il 1991 e il 1995 fece decine di migliaia di morti in una terribile lotta fratricida, e poi in quella con il Kosovo fino al 1999. Il palazzo è rimasto così, con le sue ferite, come un monumento dilaniato dagli orrori d’una guerra che la Serbia attuale vuole gettarsi alle spalle, ripudiando i germi del nazionalismo e della violenza etnica che la Corte penale internazionale dell’Aja ha duramente sanzionato nei responsabili di quella immane tragedia, condannati per crimini contro l’umanità. Oggi la Serbia e la sua capitale Belgrado investono sulla conoscenza, sulla cultura, sull’innovazione tecnologica e sullo sviluppo industriale e delle infrastrutture. Proprio qualche settimana fa è stato infatti inaugurato un tratto della E763, la prima autostrada che sarà realizzata interamente con investimenti stranieri, in questo caso della Cina la cui visione di futuro è impostata nei prossimi decenni proprio nel campo delle reti infrastrutturali, basti pensare alla Via della Seta che riguarda anche l’Italia.

Si diceva dell’investimento nella cultura in Serbia. Così evidente proprio nella capitale. A conferma dell’importanza di Belgrado nel mondo culturale sono i numerosi eventi internazionali con manifestazioni teatrali, cinematografiche, musicali, e i festival. Molti i congressi e le fiere, mondiali e nazionali. Il Sava Centar rappresenta uno dei complessi congressuali e culturali più attraenti in questa parte d’Europa. La Fiera di Belgrado Beogradski Sajam accoglie ogni anno oltre 40 fiere internazionali. Numerosi gli stadi e gli impianti sportivi nella capitale dove si tengono eventi sportivi mondiali ed europei. 

Questo si osserva girando per Belgrado, per il tempo che ci è concesso, anche riguardo al grande Parco pubblico adiacente alla Sava e ai grandi giardini nel centro della città, assai curati. L’ho fatto, nei ritagli di tempo, un giro a piedi nel cuore della città, a Stari Grad, che per buona parte è pedonalizzata. Ero ben sistemato in un grazioso B&B, la camera sopra un buon ristorante, in via Marsala Birjuzova. A un centinaio di metri c’è la grande arteria centrale della città sulla quale affacciano negozi di classe, l’imponente e lussuoso albergo Moskva. Ma non era questo che mi interessava vedere, ma la Chiesa di San Sava che sulla sinistra, un chilometro più avanti, s’erge nella sua maestosità. E’ la più grande chiesa ortodossa del mondo. L’avevo già visitata due anni fa, ma merita d’essere rivista se non altro perché è un cantiere aperto, i cui lavori iniziarono nel 1935. Un po’ come la Sagrada Familia a Barcellona, chiesa cattolica cominciata circa un secolo e mezzo fa, il tempio di San Sava è il formato ortodosso di un’altra grande “fabbrica”. Che è un orgoglio per la città e una singolarità di Belgrado. Con la sua mole domina la città, posta al centro dello stesso asse che partendo dalla Fortezza raggiunge il grattacielo Beogradanka.

Il tempio è a pianta centrale, sulla quale si erge una cupola sorretta da pennacchi. Ai quattro lati corti della struttura, a croce greca, si aprono altrettante absidi sormontate da semi-cupole. Gli spazi sottostanti le semi-cupole sono divisi dalla navata centrale attraverso arcate che sorreggono le gallerie. E’ una chiesa possente ed imponente, con la superficie interna che supera gli ottomila metri quadrati, mentre l’altezza, alla sommità della croce posta sopra la grande cupola, è di 79 metri. Può contenere fino a 10 mila fedeli. La cripta è un tripudio di ori, nelle decorazioni neobizantine che l’impreziosiscono. Decorata a mosaico, la cripta contiene il tesoro di San Sava e la tomba del despota Stefan Lazar Hrebeljanovic. L’esterno è rivestito interamente in marmo travertino bianco. L’interno è attualmente incompleto. La decorazione è in travertino scolpito con motivi floreali e nel registro inferiore in marmi policromi a motivi geometrici. Le gallerie sono sorrette da colonnati in porfido verde, sovrastati da travertino con un fregi finemente lavorati. Sul lato orientale delle navate laterali ci sono due cappelle, una sola è attualmente completata. Vi è presente un presbiterio sormontato da una volta affrescata, decorato con alcune belle icone pittoriche.

La cupola centrale, che all'interno misura 30 metri di diametro, sarà decorata con la figura del Cristo Pantocrator. La chiesa impressiona per la sua grandezza e magnificenza. Quando sarà completata s’offrirà in tutta la sua bellezza. All’esterno, tutto intorno, c’è un grande parco e, davanti l’ingresso principale della chiesa, due grandi fontane a vasca con getti d’acqua. Le parole, tuttavia, non riescono a descrivere le emozioni che si provano entrando nel tempio di San Sava. Ed è stato un modo per verificare i progressi del cantiere, che molti anni ancora ha davanti per veder completata l’opera. Come pure nella città, almeno in centro, si nota una riqualificazione urbana di pregio, nella scelta delle pavimentazioni lapidee e dei decori, che risaltano le architetture più ricercate dei palazzi, dei monumenti, delle quinte urbane. Ho lasciato la città il 27 agosto mattina, per rientrare in tempo all’Aquila per la Perdonanza Celestiniana, il più antico giubileo della storia istituito da Papa Celestino V ben 725 anni fa. Mentre il taxi mi portava all’aeroporto, che si trova ad una ventina di chilometri dal centro della città, osservavo ai lati dell’ampia arteria stradale la teoria di campi di mais ancora verdi e gli alberi frondosi con il graduale cambio dei colori per l’autunno incipiente.



giovedì 29 agosto 2019

LA PERDONANZA CELESTINIANA, IL PRIMO GIUBILEO DELLA CRISTIANITA’ di Goffredo Palmerini



Compie 725 anni la Perdonanza Celestiniana, il primo giubileo della storia della cristianità, concesso da Papa Celestino V giusto un mese dopo la sua incoronazione all’Aquila, avvenuta il 29 agosto 1294. Una vera rivoluzione: l’indulgenza plenaria gratuita per chiunque, sinceramente pentito e confessato, ogni anno avesse varcato la soglia della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dai vespri del 28 a quelli del 29 agosto. Da allora, secondo la Bolla papale che la istituì, il cui originale è conservato dalla Municipalità e custodito, fino al 6 aprile 2009, nella cappella blindata della torre civica – dove tornerà dopo gli accurati restauri dai danni inferti dal terremoto –, si vive questo speciale giubileo di un giorno, culmine d’una settimana di grandi eventi religiosi, artistici e culturali e d’un suggestivo Corteo dal Municipio alla Basilica di Collemaggio. Quest’anno sarà S. Em. Giuseppe Bertello il Cardinale incaricato da Papa Francesco ad aprire la Porta Santa, l’unica fuori Roma, battendovi tre colpi con il bastone d’ulivo del Getsemani…

Il vegliardo monaco, Pietro Angelerio, arrivò all’Aquila il 27 luglio 1294 dall’eremo sul monte Morrone. Un asino la sua cavalcatura, come Gesù entrando a Gerusalemme. Lo accompagnava un lungo corteo festante: due sovrani, Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, re d’Ungheria, alti prelati e dignitari, e tanta popolo che man mano si era aggiunto, durante il viaggio che da Sulmona lungo la Valle Subequana lo conduceva all’Aquila. Dal 5 luglio l’umile religioso era stato eletto al soglio pontificio, dopo 27 mesi di conclave a Perugia. Pietro del Morrone sarebbe dunque diventato Papa Celestino V. Giungeva finalmente all’Aquila, la città che tanto amava e dove, di ritorno da Lione, egli aveva fatto edificare la splendida abbazia gotica di Santa Maria di Collemaggio. Aveva scelto L’Aquila, malgrado i cardinali secondo prassi lo esortassero a raggiungere Perugia, per la solenne incoronazione, fissata al 29 agosto, festività di San Giovanni Battista.
La sua elezione era stata salutata da grande entusiasmo, interpretata come un segno profetico per la Chiesa da coloro che attendevano la venuta d’un Pastore angelico. Era stata infatti profetizzata una nuova era per restituire all’umanità tormentata di quel secolo una spiritualità nuova e per redimerla dalla decadenza e dal disordine. La Chiesa si sarebbe finalmente liberata dei vincoli con il potere terreno, come avevano predicato l’abate calabrese Gioacchino da Fiore nella seconda metà del XII secolo, e qualche anno dopo Francesco d’Assisi, scegliendo la povertà. Il carisma del nuovo Pontefice, l’aura di santità che lo accompagnava, il prestigio morale che gli aveva permesso di fondare e far riconoscere l’ordine dei Celestini, secondo la regola benedettina, sembravano proprio i segni dell’avverarsi di quella profezia. I suoi monaci dall’Abruzzo s’erano diffusi in Molise, Puglia e Campania. Edificavano monasteri, eremi su aspre montagne e grandi abbazie. Erano solleciti verso poveri e bisognosi, con una perfetta organizzazione sul territorio che ricordava i Cistercensi dei secoli addietro.
Al tramonto, dunque, il Papa giunse all’Aquila. Da Sulmona, lungo il percorso, era stata un tripudio d’entusiasmo. Il popolo l’amava. Si era arrivati nella “città nuova”, fondata nel 1254 anche per volere degli Svevi, come certifica il decreto emesso da re Corrado IV, figlio dell’imperatore di Federico II. La città, sul colle, era veramente bella. L’Aquila era nata non a caso, ma per un preciso ed armonico progetto, ad opera dei castelli confederati, 99 secondo la tradizione, una settantina in verità. Ciascuno di essi, in una gara d’ingegno e di perizia costruttiva, in base al piano della città aveva edificato il proprio quartiere, con chiesa piazza e fontana, di splendide architetture. I legami con i villaggi d’origine erano saldi e vitali, i cittadini dentro le superbe mura e quelli restati nei castelli d’origine vantavano eguali diritti civili nella nuova città-territorio. E tuttavia i primi quarant’anni dell’Aquila non erano stati semplici, persistevano fazioni e dispute intestine, talvolta con esiti cruenti, il governo civico spesso aveva fatto ricorso agli abati Celestini.
Eppure la città, ricostruita dopo la distruzione operata nel 1259 da Manfredi, era cresciuta presto e bene. In quei giorni che precedettero l’investitura pontificia, Celestino avviava il suo straordinario papato riportando pace tra le parti in lotta, ottenendo da Re Carlo privilegi e clemenza per gli Aquilani. La cerimonia d’incoronazione, in quel 29 di agosto, fu un evento memorabile, come raccontano le cronache dell’epoca. Sulla spianata antistante la Basilica un’immensa folla di duecentomila pellegrini, giunti d’ogni dove, assisteva al rito. Tra loro anche Dante Alighieri, secondo qualche cronaca. Il vecchio Papa apriva subito orizzonti nuovi alla Chiesa. Richiamava il popolo di Dio al dovere del perdono e della riconciliazione. Invocava pace per ogni uomo e per l’umanità. Ammonizione che egli non lasciava all’inerzia delle parole, ma che aveva applicato alla concretezza dei suoi primi atti dal soglio pontificio, iniziando il suo papato con gesti esemplari e profetici per quel tempo che richiamavano la misericordia, il perdono e la pace.
Ancor più, il 29 settembre, un mese dopo aver assunto la tiara, Papa Celestino stupiva emanando la Bolla con la quale concedeva ai sinceramente pentiti che visitavano Collemaggio nella festività della Perdonanza, dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29, l’indulgenza plenaria ed universale, gratuita e senza distinzioni. Un grande privilegio per la città dell’Aquila e per il suo Primo Magistrato (il sindaco dell’epoca) che della Bolla ricevette l’originale, custodito gelosamente per sette secoli, fino ad oggi. Il 13 dicembre 1294, a Napoli, aveva termine quello straordinario pontificato, con la volontaria rinuncia alla tiara e le dimissioni dal papato di Celestino V. Anch’esso gesto profetico d’umiltà, unico nella storia della Chiesa, fin quando Benedetto XVI non l’ha ripetuto nel febbraio 2013. Pochi giorni dopo, la vigilia di Natale, i porporati in conclave eleggevano papa il cardinale Caetani con il nome di Bonifacio VIII. I primi atti furono rivolti a cancellare ogni disposizione del papato celestiniano. A cominciare dalla Perdonanza. E quantunque Bonifacio ogni mezzo di pressione e di persuasione mise in essere per ottenere la restituzione del documento onde consentirne l’annullamento, mai ebbe indietro la Bolla custodita dal governo civico.
Ripreso il nome Pietro e le umili vesti del monaco, dopo qualche mese Celestino veniva rinchiuso nella fortezza di Fumone, poiché Bonifacio e temeva il carisma la sua grande aura di santità che lo accompagnava. In quella dura prigione il 19 maggio 1296 Pietro Celestino transitò a miglior vita, nella diffusa convinzione della sua santità che, difatti, Clemente V proclamò nel 1313, con il processo di canonizzazione. Proprio Bonifacio, cui non era riuscito sopprimere l’annuale Perdonanza celestiniana, nel 1300 ne copiava il senso, istituendo per la basilica di San Pietro in Roma il Grande Giubileo d’un anno ogni mezzo secolo, poi modificato nell’attuale cadenza venticinquennale.
Da Collemaggio, dove San Pietro Celestino riposa nello stupendo mausoleo scultoreo di Girolamo da Vicenza – fatto anch’esso singolare, un papa sepolto fuori la basilica vaticana – ogni anno l’universale messaggio celestiniano di pace e di perdono si rinnova. Da secoli migliaia di fedeli e pellegrini raggiungono L’Aquila da tutto il mondo per beneficiare, dal tramonto del 28 alla sera del 29 agosto, dell’indulgenza plenaria. Secondo la storica tradizione della festività, sancita negli antichi Statuti della città, anche oggi la Perdonanza è indetta dall’autorità civica e preparata da una settimana di grandi eventi, che culminano nel Corteo della Bolla del 28 agosto e nell’apertura della Porta Santa. La suggestiva sfilata dal Palazzo civico, con gli antichi i costumi, accompagna la Bolla che viene traslata a Collemaggio. Lì, accanto al torrione della basilica, secondo il rituale il Sindaco della città ne dà lettura, quindi il Cardinale delegato dal Papa può iniziare il rito di apertura della Porta Santa e il solenne pontificale che avvia il giubileo aquilano.
La sera del 29 agosto, richiusa la Porta Santa, il Corteo riconduce la Bolla in Municipio, dove viene riposta nel suo forziere nella cappella della Torre civica, fino all’anno successivo. Uno speciale messaggio di pace, nel 725° anno della Perdonanza, s’eleverà da Collemaggio e commuoverà la Città che quest’anno commemora il decennale del terremoto. La Perdonanza è patrimonio rilevante della storia civile e spirituale dell’Aquila, ma è ancor più patrimonio universale per i valori che richiama. Si attende con fiducia che l’Unesco riconosca quest’anno l’antico Giubileo aquilano quale Patrimonio immateriale dell’Umanità, per il quale riconoscimento la Perdonanza è candidata.
S’eleverà ancora una volta dalla Basilica di Collemaggio il forte appello alla tolleranza, alla riconciliazione ed al perdono, per un’umanità sfibrata dal terrorismo e dalla guerra. Ma anche un richiamo alle potenze del mondo perché operino davvero per far tacere le armi e i conflitti di varia natura che lacerano il mondo. Sia pace vera e duratura per tutti i popoli, ma soprattutto per quei martoriati popoli del Medio Oriente, terra dove le tre religioni che hanno lo stesso Dio – ebraismo, cristianesimo ed islamismo – sono nate. San Pietro Celestino è profeta di pace anche nel nostro tempo, con il messaggio universale della sua Perdonanza.
L’Arcivescovo dell’Aquila, Card. Giuseppe Petrocchi, l’ha richiamato nel suo messaggio di preparazione alla Perdonanza: “[…] E’ risuonata forte, durante il Giubileo della Misericordia, l’esortazione e, al tempo stesso, l’ammonizione che Papa Francesco ha pronunziato ad alta voce, davanti a tutto il Popolo di Dio: «È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza» (MV, n. 11). Proprio noi che ci accostiamo al giubileo aquilano, allora, dobbiamo rendere transitabili le “vie” della tolleranza, della comprensione, dell’aiuto reciproco […]”.
Questo è il vero ed autentico magistero celestiniano. Al quale fanno da contorno straordinarie iniziative culturali e artistiche, contemplate in un ricco cartellone di eventi di forte richiamo, sotto la direzione artistica del M° Leonardo De Amicis. Anche quest’anno grandi artisti internazionali stanno rendendo testimonianza del loro amore per L’Aquila, città che sta rinascendo dalle rovine del terremoto. Con l’antica tenacia, con fiducia e con speranza nel futuro.

venerdì 28 giugno 2019

3^ Rassegna stampa "Federiciana Università, evento a Roma"




https://verbumlandiart.com/goffredo-palmerini-il-24-giugno-ospite-della-federiciana-universita/ 
La Gente d'Italia del 24 giugno (allegato) - USA e URUGUAY
http://comunicazioneinform.it/goffredo-palmerini-il-24-giugno-ospite-della-federiciana-universita-2/ 
https://www.laprimapagina.it/2019/06/21/goffredo-palmerini-il-24-giugno-a-roma-ospite-della-federiciana-universita-popolare/  
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=107415