venerdì 16 settembre 2016

I MORTI CI PARLANO NEI SOGNI - Carla Sale Musio


Succede spesso che le persone che abbiamo amato e che non ci sono più, trovino nei sogni un’occasione per comunicare con noi, finalmente libere dalle censure della nostra mente razionale.

Il pensiero materialista non crede possa esistere qualcosa oltre ciò che si può toccare, e lascia alle religioni il compito di raccontarci un aldilà in cui sarebbe possibile la permanenza dell’anima.

Ma la ragione fatica a credere per fede e i dogmi religiosi non soddisfano i perché dell’intelligenza.

Così sul tema della morte e della sopravvivenza ognuno coltiva le proprie convinzioni, a dispetto sia della scienza sia della fede. 

E, a volte, anche di se stesso.

Su un argomento tanto doloroso le contraddizioni sono all’ordine del giorno e, facendo il mio mestiere, capita spesso di incontrare atei che hanno paura dei fantasmi, cattolici che credono nella reincarnazione o buddisti che parlano con gli angeli.

La psicologia si colloca in una posizione diversa dalle ricerche in laboratorio, il lavoro con la coscienza è inevitabilmente privo di fisicità, ma non per questo è inesistente. Anzi!

Chi soffre di attacchi di panico sa quanto possano essere reali i pericoli invisibili e le cure fatte soltanto di parole.

L’immaterialità è il pane quotidiano di chi lavora con la psiche.

Tante persone arrivano in terapia travolte dal dolore per la morte di qualcuno che hanno amato.

Chiedono aiuto spaventate al pensiero di rifugiarsi in fantasie irreali e consolatorie ma incapaci di accettare l’idea che i loro cari siano dovuti uscire di scena per sempre.

In questi casi l’immaterialità subisce il disprezzo di una cultura che ha azzerato il valore dei sentimenti annullando l’interiorità.

Il mondo interno è uno spazio soggettivo e individuale che non si può standardizzare ne ripetere in laboratorio, ma è reale e pieno di vita! Lo dimostrano il dolore o la gioia che proviamo nei momenti importanti della nostra esistenza.

La morte di una persona cara è un evento delicato e ricco di significato proprio perché ci conduce a esplorare dimensioni diverse dalla fisicità.

Denigrare l’immaterialità e la soggettività ci priva degli unici strumenti capaci di dare valore a una perdita altrimenti terribile e crudele.

Morire vuol dire entrare in una dimensione rarefatta che fa paura proprio perché nel corso della vita non le riconosciamo alcuna realtà.

Quando il corpo scompare, ciò che resta esiste in uno spazio della coscienza privo delle coordinate materiali. Ma reale.

Da lì i nostri cari cercano di stabilire un contatto con quella parte di noi che è in grado di percepirne l’esistenza anche senza la corporeità.

E’ un contatto intimo ed emotivo fatto di sensazioni profonde e spesso prive di immagini o di parole.

E’ lo spazio dell’amore.

Lo conosciamo e ce lo permettiamo quando il corpo fisico ci aiuta a credere in una rassicurante materialità, e lo neghiamo quando invece la morte ci costringe ad ammetterne l’esistenza in assenza di riferimenti concreti.

L’amore oltrepassa la dimensione materiale e coinvolge aspetti della coscienza che sono soggettivi, emotivi e spirituali.

E’ un’energia che si estende oltre i limiti della fisicità.

Lo sanno gli innamorati, lo sanno le mamme, lo sanno gli animali… lo sanno tutti quelli che amano e hanno amato.

L’amore è qualcosa che si sente dentro e che le parole faticano a spiegare perché non è fatto di parole. Si può soltanto viverlo.

Quando i nostri cari non hanno più il corpo, rimane soltanto l’affetto che abbiamo condiviso e bisogna imparare a muoversi in una dimensione priva di concretezza e di corporeità.

Uno spazio da cui cercano di raccontarci la loro verità.

Spesso però la sofferenza che proviamo impedisce la comunicazione, bloccando l’energia affettiva dietro un muro di dolore e paura.

L’amore è l’antitesi del dolore e della paura.

Nei sogni la nostra mente finalmente si acquieta e, mentre il corpo recupera energie per affrontare la vita quotidiana, la parte affettiva della coscienza si libera del giogo imposto dal pensiero razionale e si muove leggera nelle dimensioni immateriali del sentimento.

In quegli spazi liberi dalle catene della logica prendono forma i sogni e avvengono gli incontri con le persone che non hanno più il corpo e che così possono finalmente parlare al nostro cuore.

Nei sogni ritroviamo chi ci ha lasciato e spesso viviamo la buffa sensazione di dovergli ricordare la morte.

“Ma tu sei morto…” diciamo increduli e preoccupati, permettendoci una conversazione che farebbe andare in bestia la ragione (se non dormisse).

“Lo so, lo so… ma io sto benissimo!” ci rassicura chi, pur senza avere un corpo, sente di essere se stesso e si riconosce in ciò che prova.

Sono dialoghi che avvengono in un linguaggio fatto di immagini, condensazioni e spostamenti, perciò non sempre è facile interpretarne il significato, una volta tornati allo stato di veglia.

La ragione ha bisogno di tante rassicurazioni per credere che queste comunicazioni avvengano davvero, e spesso un meccanismo di rimozione cancella i ricordi dei sogni impedendone una corretta interpretazione.

Ma nel corso dei colloqui psicologici, abbandonata la vergogna e la paura di essere derisi, le comunicazioni appaiono frequenti e ricorrenti, confermando quanto i nostri cari sentano il bisogno di rassicurarci sulla loro esistenza incorporea e sulla loro costante presenza.

Tante persone raccontano episodi in cui gli incontri sono possibili e pieni di gioia, una volta superata la dicotomia tra vita e morte che affligge il pensiero materialista.

Chi non ha più un corpo ha un amore senza confini e aspetta, al di fuori del tempo, il momento della nostra attenzione.

Amare è un modo di essere che attraversa la materialità senza appartenerle e, come un arcobaleno, rischiara il grigiore del dolore e della paura.

Nei sogni la logica mette da parte le sue pretese e cede il posto al cuore, l’unico luogo in cui sia possibile ritrovarsi.

Per sempre.

Carla Sale Musio

RECHI UN SALUTO AI MIEI AMATI GIOVANI ABRUZZESI di Amedeo Esposito




RECHI UN SALUTO AI MIEI AMATI GIOVANI ABRUZZESI

di Amedeo Esposito


L'AQUILA - “Fido su tutti gli abruzzesi  perché i valori patri tornino nei cuori di tutti gli italiani. Non dubito della fede degli scannesi che alla fine del 1943 ed i primi del 1944, mi concessero, a me giovane ufficiale in fuga dai tedeschi, di condividere con loro il pane che non c’era, “condito” da tantissima umanità ed amore che sono certo siano stati trasmessi ai miei amati giovani abruzzesi che saluto”.

Queste le parole di commiato del Presidente Ciampi al momento di salutare i due redattori dell’Ansa (uno chi scrive), dopo aver rilasciato loro un’intervista sulla visita che il Capo dello Stato avrebbe fatto all’Aquila qualche settimana dopo, e cioè nel settembre del 1999. Oggi che l’Abruzzo e l’Italia piangono la scomparsa del “Presidente galantuomo”, riaffiorano tutte le Sue manifestazione di stima per la terra abruzzese.

Come quella che portò alla concessione della medaglia d’argento all’Itis (Istituto tecnico industriale) “Amedeo di Savoia”, dopo che, nella “Giornata della memoria” del 27 gennaio  del 2003, i 1400 studenti, schierati nel piazzale interno della scuola dedicato al loro compagno ebreo Fernando Della Torre - uno dei Nove Martiri Aquilani -, con la “mano sul cuore” intonarono l’inno nazionale unitamente con gli alpini del “Battaglione L’Aquila”. Quell’inno fu ed è certamente la via imboccata da tutti i ragazzi italiani verso i valori che lo scomparso Presidente Ciampi ha indicato a tutti per un’Italia unita ed europea.     


giovedì 15 settembre 2016

Slavica Pejovic - POKLON



Slavica Pejovic
POKLON

Ispruži ruku
Prihvati
Poklon je

Tebi
S ljubavlju
Dat
I podeli
Da radost je
Inima
Koricu bar
Ma i mrvicu
Siti biće
Prozboriće
Dlanovi pruženi
Osmehnuti
I oči...
 

PAURA DI (A)MARE - Marco Pirritano




PAURA DI (A)MARE

 

Mi sentivo inseguito
dall’immensità del mare.
Ansimante fuggivo
su dune di sabbia
poi disciolte dal vento,
e dietro me ancora lei,
l’imponente vastità del mare.
Correvo affannato rifugiando
in tenere capanne di foglie
spazzate via
dal primo temporale.
Mi arresi così al mare,
non voleva il mio male,
mi voleva abbracciare.
Calmai il respiro
e mi lasciai galleggiare.
Marco Pirritano
[ da Anima camaleonte ]

Ti ho dato un bacio mentre dormivi – Esordio alla macchina da scrivere per Pacifico



Esce in libreria per Baldini&Castoldi il romanzo di Pacifico intitolato Ti ho dato un bacio mentre dormivi. Per il cantante si tratta del banco di prova letterario che lo lancia nel mondo della narrazione lunga.
Agostino Sella, uomo schivo e mite, viene aggredito brutalmente e senza alcun motivo nel parcheggio davanti a casa sua. Tra le conseguenze del violento pestaggio subisce anche una perdita totale della memoria. Dopo una lunga convalescenza, decide di ritirarsi a vivere in un magazzino abbandonato, nel retro della Pregiata Tipografia Sella, un tempo appartenuta alla sua famiglia. E il sottoscala, pieno di oggetti e ricordi del passato, «un museo della cianfrusaglia», diventa il luogo dove vicini e conoscenti vanno a raccontargli sconfitte e piccole rivincite della vita, storie di solitudine, ansie e infelicità. Un campionario malinconico e divertente di perdenti di cui Agostino diventa involontario confessore. La nonna e il nonno Luigi – che ha cercato di trasmettergli la sua passione per il pugilato senza grande successo – per aiutarlo a ricostruire il suo passato, lo frammentano in tanti ricordi, parole scritte su foglietti di carta messi in una boccia di vetro. Ogni biglietto estratto servirà ad Agostino a ricostruire l’intero mosaico della sua vita: il grande amore per Angela, il suo migliore amico Darbe, conosciuto in una palestra di piazzale Insubria, il suo cane e chi ha amato di più: sua madre e suo padre.
Pacifico 2.jpg
“Finalmente un libro.  Iniziato anni fa, trasformatosi cento volte, ora finito. Le mosche era una raccolta di pensieri, un libretto che mi accompagnava, e forse mi accompagnerà ancora se farò concerti solitari. Questo è un romanzo.
C’è una famiglia, fortunata, poi allo sbando. Un errore imperdonabile. Un magazzino pieno di memorie. Mille piccoli stratagemmi per nascondersi al tempo, inesorabile ma ottuso, che sa solo andare e andare.
Ci sono occhi neri come ricci di mare. Vinili rimasti sul piatto, a far da vassoio alla polvere.
Ricordi confusi, inventati ma necessari.
C’è l’estate cittadina, e le sedie in plastica rossa dei cinema all’aperto.
C’è un ragazzino che beve il suo primo caffè.
C’è una casa con un giardino malcurato, che resiste in mezzo alle nuove costruzioni di cemento e vetro.
Ci sono io ovviamente, un po’ in tutti quelli che parlano, o ascoltano.”
Così il cantautore PACIFICO, al secolo Gino De Crescenzo, racconta l’uscita di “TI HO DATO UN BACIO MENTRE DORMIVI”, il suo primo romanzo (pubblicato da Baldini&Castoldi), in libreria dal 29 settembre.
PACIFICO presenterà il libro il 29 settembre a Milano (ore 18.00 Feltrinelli Piazza Piemonte), il 30 settembre a Roma (ore 18.00 Feltrinelli Via Appia) e il 3 ottobre a Brescia (ore 18.00, Librixia).

TERCER FRAGMENTO SOBRE LAS CIEGAS EGOLATRIAS - José Revello



TERCER FRAGMENTO
SOBRE LAS CIEGAS EGOLATRIAS
“¡que cercos cerrados provoca la egolatría cuando toma mando de la personalidad! Comienza a verse centro del mundo. Sus palabras es ley a obedecer. Su crítica que no otra debe escucharse. La agresividad, falta de ética y perspectiva provocado son perturbadoras. La falta de criterio, apertura y liberalidad conduce a la agresividad, cerco y cerrada cárcel de las virtudes. La mala forma de conducirse, adaptarse y compartir. Es poder de la debilidad enfermiza que no se comprende. Es el cruel paso negativo de la vida. Es la pena de no vivir su luminoso lado opuesto. De perder trágicos y vanos días de una vida única e irrepetible, porque tras la muerte otras son la disyuntivas de la vida. Y tras esa otra vida los residuos en esa otra dimensión deben ser asumidos, vividos y reparadas, más si en esta vida fueron lazos de tiempo perdido no consagrado al altruismo por la comprensión de ser, ceder, dar y compartir. Las pautas de los principios de la creación determinan que las causas de actitudes reprimidas y mal ávidas, mientras no sean alejadas y dominadas, sus cercos detienen y encarcelan la criatura humana, impidiendo moverse a ningún otro plano mayor que, por consecuencia de su polo opuesto, su otra efectiva causa –abierta y amorosa comprensión- es liberador y dado en revelación. No existe medio de “dar un paso” a ningún lado, ni los costados ni arriba ni abajo. Porque siendo impedimentos materiales, peor son sus cercos invisibles y profundos mentales. El cuerpo físico queda en la tierra. El vehículo desaparece y deja de ser conductor. Por ser virtual en alma y espíritu trasciende y debe continuar no hay manera de retroceder ni negarse a seguir. Son como otoñales hojas caídas desnudando las ramas del árbol. No tiene su color ni hojas ni frutos. Pero no dejo de ser árbol. No deja de ser raíces en la tierra. Esta es la opuesta y diametral comparación de los oscuros cercos ególatras que de esta vida conllevan y se llevan….”
José Revello
Fragmentos de: “Mis tardes con Don Genaro”
Derechos de autor Reservados

Dr. Sonia’s Fountain of Inspirations - The Richest Tapestry of Life by Bhaskaranand Jha Bhaskar


Fountain of Inspirations (A Collection of Poems)
Poet: Dr Sonia Gupta,
Rs.: 300/-, Year: 2016
Publisher: The Poetry Society of India, Gurgaon

Life is not a bed of roses; it has been full of ups and downs and trials and tribulations since time immemorial. However, man has always been successful in tiding over all ebbs and tides , thanks to his inner succor, firm determination, inspirations from nature and motivations from the experienced teachers, guides and philosophers whose words of  perennial significance always do wonders. The beauty and significance of fountain of inspirations contained since ages in some form or the other lies in their proper and unfailing compliance, with propensity, by one and all. As a matter of fact, inspirations and motivations help us deal with harsh realities of the world, and make us enjoy the beauty of life and the truth while fulfilling all the dreams and aspirations. Optimistic zeal and fervor keeps us afloat against all the temporal tides of time during the voyage of life.

In the present collection of poems Fountain of Inspirations, Dr Sonia Gupta presents vivid facets of life, covering wide range of emotions and feelings , inspirations and motivations, the juxtaposition between light and dark, success and failure, hope and despair, boon and bane, pain and pleasure, smile and tears, mind and heart, dreams and imagination, mood swings and firm determination. In her poetry she deftly deals with most of the universal themes in simple, plain and apt language, with concreteness of imagery and evocative diction suited to the expression. Fusion of thoughts and feelings is simply superb and awesome. Even the formal qualities of poems are in tune with the poetic mood. They are immensely, joyous, reflective, inspirational and motivational for the people astray in the mad alley of the today’s materialistic world. With uniqueness of writing style, her utterance is mostly metaphorical.

Her "Beauty" makes us search for the real beauty of divine, overlooking the transient beauty of the body or nature, while in ‘Why do you always curse yourself?” she inspires us to forget the ordeals of the past, shun the negative thoughts that distress us and enjoy the present moments of life with self-confidence as ‘Nobody here in this world is always full of perfections’.

Her “Welcome” is a pearl of wisdom as it contains elemental lines of motivation such as
Those, who can sail the boat,
even among stormy waves,
shores welcome them!
Happiness and joy is all that matters in life. Beauty of life lies in our smiles. Her “Smile” brings joyous expression on the face of the sad and the dejected. She smilingly remarks-‘This smile is such a boon to someone/that it can be a reason to live for anyone!’ The poem"Hope' provides optimistic succor to the despair.  In “Peace" she sings of the serenity, tranquility, calm and composure- being different aspects of peace oft-sought in the world.  She believes in the uncertainty principle of life that dances to the tune of almighty time. Life is uncertain. Anything can happen at any time. Hence we must make the most and best use of the moments we have.

In her poem “Time”, she rightly seconds- ‘Uncertainty is there in its every second/nobody knows what will happen’. The world is abuzz with cacophonous sounds and human noises. Everything is in helter -skelter. There is no time to turn inward and find the answers to the eternal question of life. She makes us hear the symphony of her “Silence”-
It is not essential to speak always
Being silent also expresses many things
Silence itself speaks a lot through its own words
For most of the questions, silence itself is an answer!!!
On the other hand, the poem “Failure” unfailingly guides us to succeed in the turbulent times of life.

She also seems to be under the impression of Meera Bai's devotional love. She also speaks about fears, tears and failures in the battles of life. She perceives the world through her eyes, mind and expresses through heart despite all odds with aplomb.

Further, to beat down the twinge of falsehood and lies, she narrates ‘Story of Truth” with her philosophical elegance. She regards “Pain” as a guiding and disciplining impulse. She avers- this pain has made/me determined,/more understanding!......This pain has purified/my heart and soul”.  

Her “Prayer’ is an invocation to God to lead her on the right on the right path of the truth and virtues. Hence, she pleads to God to
Give me those eyes, which could find
you in everyone in this world!
Give me those ears, which could listen
you in every voice of this world!
To her “Tears” is ‘treasures of life’, ‘pearl of an ornament’. Moving on, in her invocative poem "Illuminate the Spark" she exhorts us to rekindle the spark of divinity in us as
As the reality is felt inside
the most peaceful place
in this world is innermost silence!
if one wants to understand the real meaning and motto of life.  In some of the poems, her love of nature finds fantastic articulation.

In “Mother Nature” presents a colorful account of vivid beauty of nature. At the same time, she also expresses her concern on the gradual defilement of nature due to rampant activities of deforestation. Through her poem she appeals to us-
Let us pledge today all of us together
We all shall take steps to protect our nature!
This nature, this surrounding, is a blessing to us
Let us not harm it in any ways!
Let us plant a sapling of greenery everywhere
Let us protect our environment and atmosphere!!!
Her poems are encouraging and optimistic, though pessimistic sometimes. Mood swings have resulted into manifestation of variegated feelings and emotions. She looks down upon the accusatory attitude of the people and hence she talks about raising the level of self determination. She invokes the divine power to illuminate her inner vision to see and follow the absolute light. She prays for peace in the world, in society and in mind. In short, her poems are beautiful nuggets of the truth and wisdom of life.

Another beautiful aspect of this collection of poems is that it also showcases Dr Sonia’s artistic excellence in paintings and sketches suited to different moods and temperaments.

Hope Dr Sonia Gupta’s poetry proves a panacea for the suffering humanity, for the dejected lot and for the failed breeds of the people.

Let the beauty, the truth, hope, inspirations and other positive things flow through the fountain of life!


3-Sep-2016
More by :  Bhaskaranand Jha Bhaskar


 

Alberto Baumann : Vitalità dei linguaggi




Alberto Baumann : Vitalità dei linguaggi
Vorrei morire con uin Sorriso per incontrare quello di mia Madre - 2000
Vorrei morire con uin Sorriso per incontrare quello di mia Madre - 2000
In occasione della “Giornata Europea della Cultura Ebraica”, si inaugurerà alle 10.00 di domenica 18 settembre 2016 presso la sede museale dell’ANRP, la mostra “Vitalità dei linguaggi” di Alberto Baumann (1933-2014). La mostra rimarrà aperta fino alla fine di ottobre.
Nelle sculture e nei dipinti esposti, la curatrice Francesca Pietracci ha riassunto le interpretazioni delle “Lingue e dialetti ebraici”, tematica di questa XVII edizione della Giornata.   Nel lavoro di questo eclettico ed istrionico artista – attraverso forme, colori e tecniche - si aggrovigliano ebraismo, famiglia, vicissitudini della guerra, desideri reconditi e soprattutto perenne ricerca intellettuale. Alberto è stato un comunicatore multifacciale  al servizio della cultura. Diceva: “... Se sei un poeta, anche dipingendo un quadro puoi scrivere dei versi”.


La mostra ha il patrocinio UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Le opere sono di proprietà “ABEF – archivio baumann e fischer”.
031 Ingos - Sogni Capovolti n°3 - 1987 - cm. 100x100.j
031 Ingos - Sogni Capovolti n°3 - 1987 - cm. 100x100.j
Vitalità dei linguaggi
Quadri e Sculture di Alberto Baumann
A cura di
Francesca Pietracci
Inaugurazione
Domenica 18 settembre 2016 in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica
ore 10.00 – 19.00
ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia dall’Internamento dalla Guerra di Liberazione
Via Labicana, 15/15a - Roma
Info 067004253 - anrpita@tin.itwww.anrp.it
Per maggiori info sull’artista: www.albertobaumann.com - info@albertobaumann.com
www.albertobaumann.com   http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Baumann   https://www.facebook.com/albertobaumann
Biografia di Alberto Baumann

Alberto Baumann è nato a Milano nel 1933, ma è cresciuto in Toscana ed è stato adottato all’inizio degli anni cinquanta dalla città di Roma, dove si è spento il 1° novembre 2014.
Dopo la nascita di Alberto, la famiglia si stabilì a Montecatini Terme. La madre, Estelle, scomparve quando aveva sei anni. Il padre Alessandro - giornalista ungherese ed inviato di guerra nel primo conflitto mondiale del XX secolo -, fu spedito al confino dal regime fascista in quanto ebreo e perché ne aveva rifiutato il distintivo. Alberto dovette perciò crescere con i nonni e con la “banda” della sua strada, di cui era il più piccino.
Le peripezie di quegli anni hanno sempre accompagnano la sua estesa fantasia,  quasi nutrendola. Prima i svariati modi per procurarsi del cibo, poi, per fuggire alle persecuzioni dei nazisti che avevano occupato Montecatini, la fuga nelle campagne toscane ed il rifugio presso dei gitani fiorentini, dai quali ha appreso varie arti circensi.
Culturalmente, come i più indottrinati geni artistici, Alberto Baumann è stato cittadino di quel mondo perverso, senza scrupoli, duro, ma egualmente tenero e romantico; preciso ma dispersivo e soprattutto insaziabile ed infinito: quel mondo che ha per lui rappresentato il legame tra la fantasiosa epopea artistica e la nuda realtà.
E' stato giornalista per gran parte della sua vita, iniziando come corrispondente da Montecatini per La Nazione di Firenze, poi collaborando con Il Mondo di Pannunzio e con L’Umanità diretta da Aldo Garosci. E’ stato fra i fondatori del mensile Shalom. Scrittore e poeta, ha pubblicato la selezione di racconti  Se esco vivo da qui (1969) e le raccolte di poesie Il sapore delle cose (1968) e Ti presento il Signore Dio tuo (1970). E' stato inoltre tra i precursori delle televisioni commerciali, collaborando nell’organizzazione del palinsesto di una delle prime televisioni private di Roma, la GBR, per la quale ha creato e diretto delle trasmissioni divenute poi dei format di successo.
Dai primi anni Ottanta, ha espresso il suo estro attraverso la pittura e la scultura:    “... Se sei un poeta – diceva -, anche dipingendo un quadro puoi scrivere dei versi”.
La sua opera pittorica si ispira al primo astrattismo, benché nelle sue composizioni siano riconoscibili, in grado o misura diversi, elementi figurativi che danno al suo discorso una personalissima piega filosofica di origine letteraria, con diretti richiami a poeti come Paul Celan, Giuseppe Dessì, Giacomo Noventa, Salvatore Quasimodo e ad amici come Sandro Penna, Alfonso Gatto, Rafael Alberti. Fonte di ispirazione del suo agire di getto col pennello sono anche le musiche di compositori a lui particolarmente cari quali Chopin e Mahler, ma anche Max Bruch, Gershwin, Burt Bacharach e l’amico Ennio Morricone; nonché le voci di Sinatra, Nat King Cole, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Dean Martin.
Anche gran parte delle sue sculture rappresentano le intuizioni ricevute, ma a volte dettate, da musica, poesia e letteratura, dall’arte di cui Alberto si nutriva e respirava sin dal suo arrivo a Roma negli anni cinquanta. Le ha tramutate in totem di ferro, aggrovigliamenti di emozioni da palpare, statue che gemono ad ogni sussurro del vento, pietre che sfidano le intemperie, vortici che si incuneano nei pensieri.
La sua arte ha trovato immediatamente riscontro positivo negli Stati Uniti d'America. Sono numerosi i suoi collezionisti in California, Florida e a New York.
Con estrema naturalezza, Alberto Baumann ha giocato con le forme e i colori, interpretando vari ruoli. I contendenti – rincorsi o rincorrenti – rappresentano episodi di passione, ma anche di malavita, e  tentano tutti di deviare il corso degli eventi, strappandolo da una realtà spesso crudele ed “incollandolo” o “materializzandolo” in segno di liberazione.
Per maggiori info sull’artista: www.albertobaumann.com - info@albertobaumann.com

www.albertobaumann.com   http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Baumann   https://www.facebook.com/albertobaumann


mercoledì 14 settembre 2016

Paperas----Tu eres esa mujer ( Video Oficial)


I DECIDE TO PUT MY WORRIES TO REST! - NANDINI MITRA



I DECIDE TO PUT MY WORRIES TO REST!

These candy floss clouds look so pretty
They are flying with me,
We are on a journey of our own
Carrying along memories ahead, you see !

Sun plays hide and seek with my mood
Villainous dark clouds are a hindrance
They come in the way,
Nothing deters me,
I know life can trigger bigger turbulence,you see!
Blue sky above is crystal clear
Cures my anxiety and stress,
Though mind conspires,
Faith caresses my soul
I decide to put my worries to rest, you see!
NANDINI MITRA (c)14.09.16