lunedì 24 aprile 2017

ARTE, POESIA, SOCIETA’, NATURA - Alberto Massazza




Cos’è la poesia? Domanda che può essere la chiave di volta di ogni possibile estetica.
Cos’è la poesia? Si, ma quale poesia? Se si punta l’obiettivo al centro e si restringe il campo, possiamo mettere a fuoco una prima precaria definizione: la poesia è una forma d’arte definita (ma al contempo indefinita e indefinibile)che utilizza come materia prima la parola. Come ogni forma d’arte, ha i suoi canoni estetici, per quanto perennemente trasformantisi, che rispondono alla necessità di dare uno sviluppo armonico, ritmico, musicale all’attività poetica.
Ma allargando il campo, ecco che notiano che la poesia come forma d’arte si apre e dirama i suoi raggi sia verso altre forme artistiche che verso attività umane non propriamente o per nulla artistiche, fino a interessare il nostro modo di porci di fronte a determinati fenomeni naturali. Così, parliamo di poesia (o poetica) del Caravaggio, del Borromini, di Daumier, di Skrjabin e così via. Così come parliamo di poetica di un’alba, della luna o di determinati comportamenti umani e animali.
Poi ci sono dei casi particolari in cui artisti e intellettuali che pure hanno dedicato buona parte della loro opera alla poesia stricto sensu (ottenendo il riconoscimento ufficiale per quest’attività), possono essere considerati poeti in egual misura se non maggiore, per la loro attività non strettamente poetica. E’ il caso di Pasolini, il quale, a mio umile ma non modesto giudizio, è stato capace di creare poesia più con la sua attività di cineasta e intellettuale che con quella letteraria. O di Antonin Artaud che, sempre a mio umile ma non modesto giudizio, ha raggiunto il suo vertice poetico con la sua testimonianza di vita e di disagio, più che con la sua attività letteraria e intellettuale.

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