giovedì 8 settembre 2016

PSICOLOGIA, PSICHIATRIA O MANIPOLAZIONE DI MASSA? Carla Sale Musio


La psicologia è una scienza ancora poco conosciuta dalla maggior parte delle persone.

Esiste la volontà di non divulgare questo tipo di apprendimenti perché è più vantaggioso tenere le briglie della psiche a disposizione di pochi, abili nel manovrare la mente delle persone.

Se tutti avessimo una buona preparazione psicologica, infatti, sarebbe difficile controllare le convinzioni della gente e imporre atteggiamenti prestabiliti e funzionali ai bisogni di chi comanda.

Coloro che gestiscono il potere preferiscono fare in modo che la psicologia sia ignorata (perché meno è diffusa la conoscenza e meno ci si può rendere conto della persuasione occulta che agisce sui pensieri e sui comportamenti) e approfittano della sovrapposizione tra psicologia e psichiatria per confondere le acque.

Anche se non tutti lo sanno, però, la psicologia e la psichiatria studiano argomenti molto diversi tra loro.

La psicologia è la scienza che analizza i processi mentali, consci e inconsci, ma non si occupa dei danni cerebrali.

La psichiatria, invece, è la specializzazione della medicina preposta alla cura dei disturbi mentali.

Per fare lo psichiatra bisogna aver conseguito una laurea in medicina e poi aver preso una specializzazione in psichiatria.

Per fare lo psicologo bisogna avere una laurea in psicologia.

La psicologia perciò non è una branca della medicina e non cura le patologie psichiatriche, ma studia i meccanismi che sottendono i comportamenti, per fare in modo che le persone si sentano bene con se stesse e con gli altri.

Per manipolare le coscienze bisogna conoscere la psicologia e usare abilmente i meccanismi di difesa, cioè sapere in che modo la psiche risponde alle difficoltà. 

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RAZZISMO E MANIPOLAZIONE DI MASSA

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Per ridurre l’impatto delle emozioni sgradevoli (paura, angoscia, rabbia, insicurezza…), il nostro inconscio utilizza delle modalità di protezione chiamate: meccanismi di difesa.

Tra questi, la proiezione e la rimozione sono quelli che si attivano più precocemente, cioè agiscono già nelle prime fasi della vita.

La proiezione spinge a proiettare fuori di sé: atteggiamenti, pensieri e comportamenti, che sono stati giudicati sbagliati, e porta a combatterli nel mondo esterno, nel tentativo di eliminarli.

Un uso scorretto della proiezione scatena intolleranza e razzismo.

La rimozione rimuove dalla consapevolezza tutto ciò che istintivamente è giudicato irrisolvibile, nascondendo i conflitti dietro un’armonia apparente ma priva di un reale equilibrio.

Un uso scorretto della rimozione ci porta a non vedere incongruenze e difficoltà, impedendoci di risolverle.

Conoscere il funzionamento dei meccanismi di difesa è indispensabile per comprendere come avviene la modificazione delle coscienze da parte di chi gestisce i mezzi di comunicazione di massa.

Grazie alla proiezione e alla rimozione, infatti, è facile indirizzare i comportamenti della gente verso mete prestabilite:

  • la proiezione spinge a combattere i nemici interni spostandoli all’esterno

  • la rimozione consente di rimuovere avvenimenti, emozioni e percezioni, considerati illeciti, nascondendone le tracce fino a farle sparire dalla coscienza

Un uso improprio della proiezione e della rimozione crea sempre dei danni nello sviluppo psicologico, perché:

  • la proiezione non permette alla consapevolezza interiore di svilupparsi e blocca l’evoluzione delle parti immature della psiche

  • la rimozione impedisce la conoscenza della totalità di se stessi, occultando nell’inconscio ciò che è in contrasto con l’immagine idealizzata di sé

Ma i danni che derivano dall’utilizzo scorretto dei meccanismi di difesa non preoccupano chi gestisce il potere, che ha tutto l’interesse a coltivare l’immaturità nella psiche della gente per renderla sottomessa e dipendente.

Oggi le armi più pericolose agiscono nel mondo interno e, grazie all’uso di questi meccanismi, permettono di gestire le persone semplicemente orientandone le convinzioni.

Ognuno di noi combatte quotidianamente una gran quantità di guerre interiori. 

Guerre di cui sono state rimosse le cause e in cui sono stati proiettati all’esterno i nemici.

Da sempre, la proiezione e la rimozione sono usate a piene mani per creare barriere interiori, discriminazione e razzismo.

Un esempio significativo è quello dei ratti. 

I ratti sono animali intelligenti e socievoli, si addomesticano facilmente, sono puliti e conducono una vita sociale ricca e, per tanti aspetti, simile a quella umana.

Sono collaborativi e solidali tra di loro e se, per esempio, un individuo del gruppo si ammala, viene assistito dai compagni, che gli forniscono cibo e calore.

Ma nell’immaginario collettivo i ratti sono diventati creature disgustose, combattute e disprezzate come se fossero responsabili di chissà quali atrocità.

Poiché sono molto adattabili, questi animali vivono di ciò che l’uomo butta via: avanzi dell’alimentazione, stracci, cose vecchie.

E proprio la capacità di selezionare gli scarti della nostra specie è servita per proiettare su di loro il disgusto e l’ostilità.

Al punto che oggi  sono considerati sporchi e portatori di malattie.

Nella realtà, nessun roditore è responsabile di particolari patologie trasmesse all’uomo o agli animali domestici (non più di qualunque altro animale selvatico).

Inoltre per essere potenzialmente esposti a un contagio non è sufficiente la mera presenza dell’animale o il contatto diretto ma sarebbe necessario che la cute lesa venisse a contatto con le feci o le urine dei roditori, che queste ultime venissero ingerite in sufficiente quantità o che ci si facesse mordere a sangue… tutte evenienze abbastanza rare e che possono sempre essere evitate con un minimo di buon senso.

I ratti non provocano lo sporco e l’inquinamento causati dalla specie umana.

Ma, grazie alla rimozione, è stato possibile cancellare questa consapevolezza e alimentare l’idea impropria che ad essere sporchi siano loro e non noi.

La proiezione in questo caso serve ad allontanare la sporcizia e l’infettività che interiormente gravano gli esseri umani.

Da sempre, utilizzando impropriamente la proiezione e la rimozione, sono stati presi di mira gli animali e, nel tempo, questo ci ha portato a condannare e abiurare le nostre parti “istintive” fino a renderle sinonimo di sporco, stupido e brutale.

La proiezione è stata usata per proiettare sugli animali la sensitività, l’ingenuità e l’espressione immediata e diretta delle emozioni, mentre la rimozione ne ha occultato la ricchezza, l’importanza e il valore. 

Disprezzare gli animali e approfittarne è diventato così un comportamento lecito e incentivato e, in questo modo, i potenti hanno autorizzato l’abuso e la violenza dei più forti sui più deboli.

La prepotenza sugli animali affonda le radici nello svilimento dell’ingenuità e dei sentimenti e ha finito per trasformare la sensibilità in una sorta di “malattia”, insana e perciò da curare.

Per l’uomo che non deve chiedere mai, infatti, la delicatezza d’animo, l’emotività e l’innocenza corrispondono a una patologia.

Ci viene insegnato che dobbiamo essere impassibili, cinici e pronti a usare qualsiasi mezzo pur di raggiungere il potere e il successo e, in questo quadro, la condivisione e l’empatia, lungi dall’essere un valore, si trasformano in una défaillance.

Oltre che sugli animali, perciò, la vulnerabilità, l’emozionalità e la semplicità vengono proiettate anche sulle persone sensibili.

Mentre, grazie alla rimozione, si perdono i valori della gentilezza e della comprensione.

L’uso improprio dei meccanismi di difesa ha reso possibile ogni genere di abuso su chiunque sia portatore di una emotività giudicata malsana, e ha sostenuto una cultura basata sulla supremazia della forza e della prepotenza.

Da tempo immemorabile questi meccanismi sono utilizzati come strumenti di manipolazione di massa. 

Strumenti mutuati dalla psicologia e taciuti ad arte per fare in modo che la gente non ne capisca il funzionamento e non possa difendersi dall’uso scorretto che ne viene fatto.

Per questo la psicologia continua a essere una scienza sconosciuta e confusa impropriamente con la psichiatria.

Carla Sale Musio

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