giovedì 29 agosto 2019

LA PERDONANZA CELESTINIANA, IL PRIMO GIUBILEO DELLA CRISTIANITA’ di Goffredo Palmerini



Compie 725 anni la Perdonanza Celestiniana, il primo giubileo della storia della cristianità, concesso da Papa Celestino V giusto un mese dopo la sua incoronazione all’Aquila, avvenuta il 29 agosto 1294. Una vera rivoluzione: l’indulgenza plenaria gratuita per chiunque, sinceramente pentito e confessato, ogni anno avesse varcato la soglia della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dai vespri del 28 a quelli del 29 agosto. Da allora, secondo la Bolla papale che la istituì, il cui originale è conservato dalla Municipalità e custodito, fino al 6 aprile 2009, nella cappella blindata della torre civica – dove tornerà dopo gli accurati restauri dai danni inferti dal terremoto –, si vive questo speciale giubileo di un giorno, culmine d’una settimana di grandi eventi religiosi, artistici e culturali e d’un suggestivo Corteo dal Municipio alla Basilica di Collemaggio. Quest’anno sarà S. Em. Giuseppe Bertello il Cardinale incaricato da Papa Francesco ad aprire la Porta Santa, l’unica fuori Roma, battendovi tre colpi con il bastone d’ulivo del Getsemani…

Il vegliardo monaco, Pietro Angelerio, arrivò all’Aquila il 27 luglio 1294 dall’eremo sul monte Morrone. Un asino la sua cavalcatura, come Gesù entrando a Gerusalemme. Lo accompagnava un lungo corteo festante: due sovrani, Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, re d’Ungheria, alti prelati e dignitari, e tanta popolo che man mano si era aggiunto, durante il viaggio che da Sulmona lungo la Valle Subequana lo conduceva all’Aquila. Dal 5 luglio l’umile religioso era stato eletto al soglio pontificio, dopo 27 mesi di conclave a Perugia. Pietro del Morrone sarebbe dunque diventato Papa Celestino V. Giungeva finalmente all’Aquila, la città che tanto amava e dove, di ritorno da Lione, egli aveva fatto edificare la splendida abbazia gotica di Santa Maria di Collemaggio. Aveva scelto L’Aquila, malgrado i cardinali secondo prassi lo esortassero a raggiungere Perugia, per la solenne incoronazione, fissata al 29 agosto, festività di San Giovanni Battista.
La sua elezione era stata salutata da grande entusiasmo, interpretata come un segno profetico per la Chiesa da coloro che attendevano la venuta d’un Pastore angelico. Era stata infatti profetizzata una nuova era per restituire all’umanità tormentata di quel secolo una spiritualità nuova e per redimerla dalla decadenza e dal disordine. La Chiesa si sarebbe finalmente liberata dei vincoli con il potere terreno, come avevano predicato l’abate calabrese Gioacchino da Fiore nella seconda metà del XII secolo, e qualche anno dopo Francesco d’Assisi, scegliendo la povertà. Il carisma del nuovo Pontefice, l’aura di santità che lo accompagnava, il prestigio morale che gli aveva permesso di fondare e far riconoscere l’ordine dei Celestini, secondo la regola benedettina, sembravano proprio i segni dell’avverarsi di quella profezia. I suoi monaci dall’Abruzzo s’erano diffusi in Molise, Puglia e Campania. Edificavano monasteri, eremi su aspre montagne e grandi abbazie. Erano solleciti verso poveri e bisognosi, con una perfetta organizzazione sul territorio che ricordava i Cistercensi dei secoli addietro.
Al tramonto, dunque, il Papa giunse all’Aquila. Da Sulmona, lungo il percorso, era stata un tripudio d’entusiasmo. Il popolo l’amava. Si era arrivati nella “città nuova”, fondata nel 1254 anche per volere degli Svevi, come certifica il decreto emesso da re Corrado IV, figlio dell’imperatore di Federico II. La città, sul colle, era veramente bella. L’Aquila era nata non a caso, ma per un preciso ed armonico progetto, ad opera dei castelli confederati, 99 secondo la tradizione, una settantina in verità. Ciascuno di essi, in una gara d’ingegno e di perizia costruttiva, in base al piano della città aveva edificato il proprio quartiere, con chiesa piazza e fontana, di splendide architetture. I legami con i villaggi d’origine erano saldi e vitali, i cittadini dentro le superbe mura e quelli restati nei castelli d’origine vantavano eguali diritti civili nella nuova città-territorio. E tuttavia i primi quarant’anni dell’Aquila non erano stati semplici, persistevano fazioni e dispute intestine, talvolta con esiti cruenti, il governo civico spesso aveva fatto ricorso agli abati Celestini.
Eppure la città, ricostruita dopo la distruzione operata nel 1259 da Manfredi, era cresciuta presto e bene. In quei giorni che precedettero l’investitura pontificia, Celestino avviava il suo straordinario papato riportando pace tra le parti in lotta, ottenendo da Re Carlo privilegi e clemenza per gli Aquilani. La cerimonia d’incoronazione, in quel 29 di agosto, fu un evento memorabile, come raccontano le cronache dell’epoca. Sulla spianata antistante la Basilica un’immensa folla di duecentomila pellegrini, giunti d’ogni dove, assisteva al rito. Tra loro anche Dante Alighieri, secondo qualche cronaca. Il vecchio Papa apriva subito orizzonti nuovi alla Chiesa. Richiamava il popolo di Dio al dovere del perdono e della riconciliazione. Invocava pace per ogni uomo e per l’umanità. Ammonizione che egli non lasciava all’inerzia delle parole, ma che aveva applicato alla concretezza dei suoi primi atti dal soglio pontificio, iniziando il suo papato con gesti esemplari e profetici per quel tempo che richiamavano la misericordia, il perdono e la pace.
Ancor più, il 29 settembre, un mese dopo aver assunto la tiara, Papa Celestino stupiva emanando la Bolla con la quale concedeva ai sinceramente pentiti che visitavano Collemaggio nella festività della Perdonanza, dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29, l’indulgenza plenaria ed universale, gratuita e senza distinzioni. Un grande privilegio per la città dell’Aquila e per il suo Primo Magistrato (il sindaco dell’epoca) che della Bolla ricevette l’originale, custodito gelosamente per sette secoli, fino ad oggi. Il 13 dicembre 1294, a Napoli, aveva termine quello straordinario pontificato, con la volontaria rinuncia alla tiara e le dimissioni dal papato di Celestino V. Anch’esso gesto profetico d’umiltà, unico nella storia della Chiesa, fin quando Benedetto XVI non l’ha ripetuto nel febbraio 2013. Pochi giorni dopo, la vigilia di Natale, i porporati in conclave eleggevano papa il cardinale Caetani con il nome di Bonifacio VIII. I primi atti furono rivolti a cancellare ogni disposizione del papato celestiniano. A cominciare dalla Perdonanza. E quantunque Bonifacio ogni mezzo di pressione e di persuasione mise in essere per ottenere la restituzione del documento onde consentirne l’annullamento, mai ebbe indietro la Bolla custodita dal governo civico.
Ripreso il nome Pietro e le umili vesti del monaco, dopo qualche mese Celestino veniva rinchiuso nella fortezza di Fumone, poiché Bonifacio e temeva il carisma la sua grande aura di santità che lo accompagnava. In quella dura prigione il 19 maggio 1296 Pietro Celestino transitò a miglior vita, nella diffusa convinzione della sua santità che, difatti, Clemente V proclamò nel 1313, con il processo di canonizzazione. Proprio Bonifacio, cui non era riuscito sopprimere l’annuale Perdonanza celestiniana, nel 1300 ne copiava il senso, istituendo per la basilica di San Pietro in Roma il Grande Giubileo d’un anno ogni mezzo secolo, poi modificato nell’attuale cadenza venticinquennale.
Da Collemaggio, dove San Pietro Celestino riposa nello stupendo mausoleo scultoreo di Girolamo da Vicenza – fatto anch’esso singolare, un papa sepolto fuori la basilica vaticana – ogni anno l’universale messaggio celestiniano di pace e di perdono si rinnova. Da secoli migliaia di fedeli e pellegrini raggiungono L’Aquila da tutto il mondo per beneficiare, dal tramonto del 28 alla sera del 29 agosto, dell’indulgenza plenaria. Secondo la storica tradizione della festività, sancita negli antichi Statuti della città, anche oggi la Perdonanza è indetta dall’autorità civica e preparata da una settimana di grandi eventi, che culminano nel Corteo della Bolla del 28 agosto e nell’apertura della Porta Santa. La suggestiva sfilata dal Palazzo civico, con gli antichi i costumi, accompagna la Bolla che viene traslata a Collemaggio. Lì, accanto al torrione della basilica, secondo il rituale il Sindaco della città ne dà lettura, quindi il Cardinale delegato dal Papa può iniziare il rito di apertura della Porta Santa e il solenne pontificale che avvia il giubileo aquilano.
La sera del 29 agosto, richiusa la Porta Santa, il Corteo riconduce la Bolla in Municipio, dove viene riposta nel suo forziere nella cappella della Torre civica, fino all’anno successivo. Uno speciale messaggio di pace, nel 725° anno della Perdonanza, s’eleverà da Collemaggio e commuoverà la Città che quest’anno commemora il decennale del terremoto. La Perdonanza è patrimonio rilevante della storia civile e spirituale dell’Aquila, ma è ancor più patrimonio universale per i valori che richiama. Si attende con fiducia che l’Unesco riconosca quest’anno l’antico Giubileo aquilano quale Patrimonio immateriale dell’Umanità, per il quale riconoscimento la Perdonanza è candidata.
S’eleverà ancora una volta dalla Basilica di Collemaggio il forte appello alla tolleranza, alla riconciliazione ed al perdono, per un’umanità sfibrata dal terrorismo e dalla guerra. Ma anche un richiamo alle potenze del mondo perché operino davvero per far tacere le armi e i conflitti di varia natura che lacerano il mondo. Sia pace vera e duratura per tutti i popoli, ma soprattutto per quei martoriati popoli del Medio Oriente, terra dove le tre religioni che hanno lo stesso Dio – ebraismo, cristianesimo ed islamismo – sono nate. San Pietro Celestino è profeta di pace anche nel nostro tempo, con il messaggio universale della sua Perdonanza.
L’Arcivescovo dell’Aquila, Card. Giuseppe Petrocchi, l’ha richiamato nel suo messaggio di preparazione alla Perdonanza: “[…] E’ risuonata forte, durante il Giubileo della Misericordia, l’esortazione e, al tempo stesso, l’ammonizione che Papa Francesco ha pronunziato ad alta voce, davanti a tutto il Popolo di Dio: «È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza» (MV, n. 11). Proprio noi che ci accostiamo al giubileo aquilano, allora, dobbiamo rendere transitabili le “vie” della tolleranza, della comprensione, dell’aiuto reciproco […]”.
Questo è il vero ed autentico magistero celestiniano. Al quale fanno da contorno straordinarie iniziative culturali e artistiche, contemplate in un ricco cartellone di eventi di forte richiamo, sotto la direzione artistica del M° Leonardo De Amicis. Anche quest’anno grandi artisti internazionali stanno rendendo testimonianza del loro amore per L’Aquila, città che sta rinascendo dalle rovine del terremoto. Con l’antica tenacia, con fiducia e con speranza nel futuro.

IL GRANDE VECCHIO E FRANCESCO LENOCI I tour in Italia d’un infaticabile promoter delle eccellenze pugliesi di Franco Presicci


MILANO - Il grande vecchio non è un vegliardo dal volto incartapecorito che nei paesi del Sud si sedeva su un muretto o sul basamento di una statua o su una panchina e regalava ai giovani scampoli della sua esperienza. E’ un ulivo secolare, saraceno, dalla sagoma barocca, superba, maestosa, con il tronco aggrovigliato e l’ampia chioma ad ombrello. Troneggia con altri 800 esemplari nella masseria Brancati di Ostuni, dove il professor Francesco Lenoci il 24 agosto ha tenuto una conferenza sul tema “Olio olio olio”.


Quel parlatore instancabile, che è appunto Lenoci - docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - che va scoprendo valori veri durante i suoi “tour” da un capo all’altro dello Stivale, così appassionato da trascorrere anche l’estate non al mare o in montagna, bensì saltando da un’architettura rurale a Matera, al Castello Aragonese; a Cellino San Marco, nella tenuta di Al Bano, a parlare di vino, di ceramica, di olio… Pochi giorni fa era nel complesso di via Sparta Cavalluzzo, di Silvia Caramia, a celebrare davanti a un pubblico interessato e attento anche quella sostanza che ogni giorno condisce e delizia i nostri piatti, appunto l’olio di oliva, ricorrendo, a volte, anche alla favola per chiarire un concetto o per dare al discorso un tocco di poesia.

Parla e dialoga con i presenti, fa loro domande, ottiene risposte corali. In una delle sue “lezioni” ha recitato il dialogo tra il giornalista Fabrizio Mangoni e una bottiglia di vetro trasparente su cui è evidenziato un ramo d’olivo: “Signora bottiglia, se le ricorda le olive?”. “Certo che le ricordo bene! Porto ancora nel cuore l’odore della campagna, il sole e il vento che muoveva i rami e ho ben presente mio nonno: l’ulivo forte e rispettato. Non posso dimenticare l’affetto di mia madre: l’oliva. Quante attenzioni per proteggerla, per difenderla fino a settembre, al momento della raccolta. Ricordo le lunghe braccia d’acciaio che scuotono i rami e mani ruvide stranamente delicate. Ho ancora nelle orecchie voci di donne e uomini che sono lì a realizzare speranze…”. Alla fine chiede alla bottiglia di rivelare la definizione che dà di sé il suo olio. “Sono sfuggente e cangiante… viaggio nel cuore degli uomini… raggiungo la loro mente… frequento i pensieri, vivo tra le emozioni. Pensi che di me parlò Omero. Non voglio apparire presuntuoso, ma con gli uomini io ho attraversato la storia”. Era infatti vivo e vegeto ai tempi di Gesù e ancora prima.

Il dialogo e la passione con cui Lenoci lo ha riproposto risvegliando ricordi di frantoi, centrifughe, profumi, il mondo contadino, le sue sofferenze, le sue fatiche, a volte commuove. Spesso si versa l’olio sulla minestra senza pensare al suo percorso fra la pianta e la tavola. Dalla masseria di Ostuni a Matera per lui il passo è stato breve. E nella capitale della cultura 2019 ha tenuto una delle sue conferenze più coinvolgenti sulle bellezze del luogo, sulla sua storia, sulle attività artigianali, sui Sassi, che poi abbiamo ritrovato nelle foto scattate da un maestro dell’obiettivo, un artista dell’immagine: Cataldo Albano, che le espone nella galleria meridionale del Castello Aragonese di Taranto. L’inaugurazione si è svolta il 26 agosto, poche ore dopo la notizia che la città dei due mari a Patrasso era stata scelta come sede dei Giochi del Mediterraneo del 2026.
  

L’appuntamento era per le 20, ma i primi invitati sono arrivati mezz’ora prima, assediando Lenoci con quesiti su questo e quell’argomento. C’era chi lo interrogava sui Giochi e chi gli chiedeva della sua imminente prolusione nella tenuta di Al Bano, il grande cantante pugliese che con la sua voce scatena le platee. Lui riferiva anche su quella del 23 giugno a Matera in quel meraviglioso ipogeo che risponde al nome di Lopa, dove ha anche citato quell’attrezzo munito di rampino che serviva a recuperare il secchio caduto nel pozzo (“a Martina ce n’erano tanti, in città e in campagna, e il ‘curcele’, la lopa, il rapino sempre a portata di mano). Non perde occasione per rispolverare anche i suoi ricordi: il pane che faceva in casa sua madre e i sacri riti che accompagnavano l’alimento sulla tavola.

Il ceramista Cosimo Vestita gli ha mostrato in anteprima un gallo in terracotta, un dono per l’ammiraglio Salvatore Vitiello, comandante della Marina Militare per il Sud Italia. Silvia Brambilla, titolare del Bed & Breakfast di via Sparta Cavalluzzo a Martina Franca, accennava ad alcuni amici l’intervento del docente nella sua proprietà il 2 agosto. Mentre Cataldo Albano schizzava di qua e di là per dare gli ultimi ritocchi all’allestimento, i posti si riempivano. “Momento, devo controllare il microfono”, diceva a chi tentava di bloccarlo per sollecitargli un’informazione. Qualcuno sfogliava l’elegante catalogo della mostra collocato su un tavolino e ne elencava le doti.

Ed ecco l’ammiraglio Vitiello nella sua divisa bianca attraversare la sala, avvicinarsi al microfono, salutare i convenuti. Tra lui e Cataldo Albano c’è stato uno scambio di doni (anche il gallo dai colori vivaci), sotto l’occhio magico della televisione. L’alto ufficiale ha preso quindi la parola, spiegando l’attività che si dipana nel maniero, elogiando l’artista e le sue opere. E’ toccato poi ad Albano, che ha descritto i suoi quattro giorni a Matera per riprendere chiese, case-grotta, vicoli, scalinate, scalpellini, mani impegnate in lavori in legno, di cartapesta, nella confezione di fischietti o nella lavorazione del pane, il famoso pane di Matera, al quale ha accennato anche Francesco Lenoci, in questa e in altre occasioni, a Laterza e ad Altamura.

Poi Cosimo Vestita ha esibito un vaso dal quale nell’antica Grecia si beveva il vino, ha elogiato anche lui i “quadri” esposti, che danno emozioni, coinvolgono l’osservatore, fanno vivere la città, la fanno subito amare. Albano ha colto i dettagli, puntato l’obiettivo su un campanile, su un agglomerato di case, su un monumento, su una stradina attraversata da una fanciulla in fiore con passo da modella, e lo ha fatto con grande slancio. Bisognerebbe vederlo al lavoro: esplora il contesto, si acquatta per catturare la luce giusta. Artista pellegrino, riesce a sorprendere ovunque angoli insospettati. E’, come Lenoci, un paladino della bellezza. Anche per lui la bellezza salverà il mondo. E’ soltanto una speranza? Allora organizziamo la speranza, come esorta il docente, che alla Cattolica insegna metodologie e determinazioni quantitative d’azienda nell’innovativo Corso di laurea Blended “Direzione e Consulenza Aziendale DECA, e viene definito “il miglior ambasciatore della Puglia a Milano”. A giudicare dal suo dinamismo, dai suoi viaggi, non soltanto nel capoluogo lombardo.
  
Matera è nel cuore di entrambi. La Matera in cui iniziò la sua carriera di professore di latino e greco Giovanni Pascoli, il 7 ottobre del 1882 e dove, nel vecchio carcere, con un’accusa infondata, dalla quale venne assolto con formula piena, trascorse un periodo di tempo Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e uomo politico (si ricordano “L’uva puttanella”, “E’ fatto giorno”, l’inchiesta sui contadini del Sud…). La Matera in cui furono girati tanti film: “La Lupa” di Alberto Lattuada, nel ’53; “La passione di Cristo”, di Mel Gibson, nel 2004; “Il Vangelo secondo Matteo”, di Pier Paolo Pasolini, nel ’64; “Volare come il vento”, di Matteo Rovere, nel 2016; nella vicina Craco, il paese disabitato per una frana, “Cristo si è fermato ad Eboli,” di Francesco Rosi con Gian Maria Volonté… E la Matera dei poeti: per Angela Aniello Materia è “divina, ridono i Sassi come voci stanche di contadini/ sublime bellezza il malinconico profilo dei sensuali abbracci in un presepe di cuori, vissuti, sentiti…”.
  
Quando è venuto il suo turno Mariella Cuoccio, di Bitonto, in provincia di Bari, ha letto pagine di Carlo Levi, che a Matera scontò il confino e ha citato Guido Piovene che nel suo “Viaggio in Italia” si è soffermato anche su questa splendida città. Ha quindi recitato alcuni suoi versi: “Sola nel mio cuore/ mi interrogo, mi accarezzo/ piango, sorrido/ solo alla fine capisco che ho Matera ‘dentro’”. Peccato che lo spazio c’impedisca di ricordare gli altri poeti che alla città della cultura si sono ispirati.

La serata si è conclusa con un assaggio di Aglianico del Vulture e fette di pane di Matera con gocce d’olio. Il pubblico sembrava non avere voglia di rientrare a casa. Ha dato un altro sguardo alle foto di Cataldo Albano e alla piazza d’armi del Castello. Fuori, la facciata del municipio era tutta illuminata, una fila di gente percorreva la ringhiera affacciata sul Mar Grande, che accoglieva balli di stelle palpitanti. Il dottor Enzo Rocca, vicedirettore del Credito Valtellinese, che prima del “vernissage” aveva fatto un giro per il borgo vecchio, puntando l’obiettivo della sua macchina fotografica sul Mar Piccolo e i pescherecci che lì sono all’ormeggio, ha invitato sulla propria auto Lenoci, già pronto per Verona e Milano, dove quest’evento verrà replicato.  Noi siamo rimasti ad osservare la ringhiera e il bus, i cui fanali sembravano occhi che perforavano il buio. E pensavano alla poesia di Sante Ancona, appena letta da Lenoci: “E’ bello ritornare laddove siamo nati/ … bello portare in patria/ un seme che germogli e si moltiplichi… “. Bella Taranto, “capitale del mare… quelle onde se le cuce addosso”.

martedì 20 agosto 2019

DELEGAZIONE VERBUMLARDIART IN MISSIONE CULTURALE A BELGRADO Dal 23 al 26 agosto in Serbia la presidente Regina Resta, Goffredo Palmerini, Mirjana Dobrilla e Salvatore M. Giraldi


LECCE – Dal 23 al 26 agosto una delegazione dell’Associazione VerbumlandiArt di Galatone (Lecce) sarà a Belgrado in missione culturale, restituendo ad alcune associazioni letterarie della Serbia la visita da loro fatta in Italia, nello scorso mese di maggio, in occasione del IV Premio internazionale “La Voce dei Poeti” tenutosi a Roma presso la sede della Società Dante Alighieri, nella splendida Sala del Primaticcio.


La delegazione, composta da Regina Resta, presidente di VerbumlandiArt, dai componenti del Consiglio direttivo Goffredo Palmerini e Mirjana Dobrilla, e da Salvatore Maria Mattia Giraldi, presidente della Federiciana Università Popolare (Roma e Cosenza), sarà impegnata in alcuni eventi letterari ed incontri istituzionali, nel quadro d’una collaborazione culturale nata da diversi anni e che ha visto dalla Serbia importanti visite in Italia e già diverse missioni della prestigiosa associazione salentina nel Paese balcanico, a Belgrado, Pozarevac, Kostolac e Novi Sad.


Come si diceva sono diversi eventi letterari a Belgrado. Si inizia nel pomeriggio del 23 agosto, con la presentazione di due volumi di poesia, entrambi pubblicati dall’editore Zlatomir Jovanovic, in tre lingue: italiano, serbo e romanì. Dapprima sarà presentata la silloge "Essere solo me stessa", raccolta di liriche di Regina Resta, con in prefazione contributi di Tiziana Grassi e Goffredo Palmerini. A seguire la presentazione della silloge "Cercami nel cuore" di Mirjana Dobrilla, con prefazione di Borisav Blagojević, poeta insigne ed esponente del mondo letterario serbo.


Il 24 agosto, con inizio alle ore 11, presso la grande Aula consiliare di Stari Grad (Città Vecchia), Municipio nel cuore storico di Belgrado, la delegazione parteciperà – ospite d’onore – al Festival internazionale di Poesia “Mesopotamija 2019”, organizzato dal Centro Culturale “Mesopotamija di Belgrado con il patrocinio dell'Ambasciata dell'Iraq in Serbia, sotto la direzione di Sabah al Zubeidi, All’evento, che vedrà una rilevante presenza di autori impegnati nella kermesse poetico-letteraria, oltre alle autorità della capitale serba porterà il saluto l’Ambasciatore iracheno a Belgrado.


Numerosi poeti e scrittori sono attesi da tutto il mondo al Festival letterario “Mesopotamija 2019”, a giudicare dall’ingente schiera di autori in concorso segnalata dagli organizzatori: Serbia 85, Montenegro 6, Croazia 10, Bosnia Erzgovina 10, Macedonia 10, Slovenia 1, Russia 1, Romania 8, Austria 2, Italia 5, Germania 11, Danimarca 3, Francia 1, Svezia 3, Canada 1, Usa 2, Gran Bretagna 2, Australia 2, Iraq 11, Siria 5, Tunisia 6, Algeria 6, Marocco 4, Giordania 1, Oman 5, Libano 1, Egitto 1, Sudan 1.

Domenica 25 agosto la delegazione di VerbumlandiArt, accompagnata da Sabah al Zubeidi, direttore del Centro Culturale “Mesopotamija” di Belgrado e poeta finissimo, sarà ricevuta dall’Ambasciata dell’Iraq. L’organizzazione ha inoltre previsto incontri presso l’Unione degli Scrittori ed altre istituzioni letterarie della Serbia, oltre ad un visita guidata ai monumenti della città. L’indomani la delegazione farà rientro in Italia.


  Pozivam sve koji su zastupljeni u zborniku da dođu i čitaju svoju pesmu. Festival održaće se u subotu 24.08.2019. U Velikoj sali Opštine Stari Grad – Beograd, Makedonska 42, u 11h.
Konačni spisak autora koji su zastupljeni u zborniku:
Serbia – صربيا
1. Aleksandar Knežević – Požarevac, Srbija
2. Nadica Ilić – Beograd, Srbija
3. Zorica Milošević - Beograd, Srbija
4. Младомир Кнежевић – Пожега, Србија
5. Ненад Адамов - Кикинда, Србија
6. Пламенка Пешић -Николић – Београд, Србија
7. Рада Лотина - Земун, Србија
8. Тијана Нашпалић – - Кикинда, Србија
9. Бoрисaв Блaгojeвић - Ћуприja, Србиja
10. Slobodanka Kulina – Beograd, Srbija
11. Vesna Fojkar Ćirić – Novi Sad, Srbija
12. Martin Marek – Beograd, Srbija
13. Мира Ракановић – Павлиш ( код Вршца ), Србија
14. Luka Đorđević – Niš, Srbija
15. Violeta Penić - Dublje – Mačva, Srbija
16. Драгана Ж. Николић – Речица, Србија
17. Небојша Стојоски – Беогеад, Србија
18. Ђурица Еделински - Привина Глава – Шид, Србија
19. Танња Гавриловић – Младеновац, Србија
20. Хаџи Иван Милановић - Јасика, Србија
21. Blagica Antić – Beograd, Srbija
22. Srđan Simeunović Sendan – Beograd, Srbija
23. Шолкотовић Снежана - Корбово, Србија
24. Цвијетин Баја Лобожински – Сремска Мтровица, Србија
25. Sabah Al-Zubeidi – Beograd, Srbija - Iraq
صباح سعيد الزبيدي – بلغراد ، صربيا – العراق
26. Магдалена Реџовић – Костолац, Србија
27. Mirjana Đjapo – Beograd, Srbija
28. Milica Lazarević Vitanović - Beograd, Srbija
29. Sanja Radovanović - Knjaževac, Srbija
30. Melanija Bojanović (Мелания Боянович) - Ruski Krstur, Srbija
31. Božica Velousis - Beograd, Srbija
32. Violeta Dimitrić - Beograd, Srbija
33. Слободан Цвитковић - Шид, Србија
34. Софија Поповић - Нови Сад, Србија
35. Zlatomir Jovanović - Obrenovac- Srbija
36. Пламенка Ђого Вулић – Београд, Србија
37. Verka Nedeljković – Beograd, Srbija
38. Зоран Димитријевић – Велика Копашница – Грабовница, Србија
39. Славица Благојевић - Село Лешје, Србија
40. Mirjana Milačić Bajić – Beograd, Srbija
41. Јелена Петровић – Кнић, Србија
42. Магда Ђорђевић – Кнић, Србија
43. Бојан Тошовић – Кнић, Србија
44. Милка Ижогин – Ћуприја, Србија
45. Snežana Lazović Svirčev – Beograd, Srbija
46. Милан Стевановић Трновица – Београд, Србија
47. Звездана Милосављевић – Ћуприја, Србиja
48. Мирјана Никић - Београд, Србија
49. Ранко Гребовић - Нови Београд , Србија
50. Смиљана Божић – Београд, Србија
51. Aranka Kiš - Subotica, Srbija
52. Aleksandra Sokolović – Ćuprija, Srbija
53. Mila Marković – Paraćin, Srbija
54. Laura Est ( Laurentia Stolić) – Beograd, Srbija – Rumunija
55. Љиљана Терентић - Смедерево, Србија
56. Живослава Жива Арсић – Младеновац, Србија
57. Virđinija Popović - Novi Sad, Srbija
58. Игуманија Антонина Симић – Лежимир, Србија
59. Milka Vasić Glušac – Beograd, Srbija
60. Вера Јелић - Крагујевац, Србија
61. Milosav B. Vlajić - Mladenovac, Srbija
62. Драгана Симић - Шид, Србија
63. Мирослав Мишо Бакрач – Ниш, Србија
64. Slobodan Boco Bajić – Morović/ Šid, Srbija
65. Snežana Marko-Musinov - Zemun, Srbija
66. Хранимир Хране Милојковић – Сокобања, Србија
67. Nataša Babeu – Ovča - Beograd, Srbija
68. Милош Драгичевић - Нови Београд, Србија
69. Zora Davidović – Beograd, Srbija
70. Будимир Ракић - Нови Београд, Србија
71. Драгица Бека Савић - Бачка Паланка, Србија
72. Tatjana Živković - Ušće kod Obrenovca, Srbija
73. Zorica Ivanović Gajević - Prokuplje Srbija
74. Весна Ристић - Лесковац, Србија
75. Milka J.Šolaja – Beograd, Srbija
76. Ljubinka Buba Vranić – Niš, Srbija
77. Slavica Jovanović - Prnjavor Mačvanski, Srbija
78. Lidija Malović – Beograd, Srbija
79. Sunčica Stojanović Trajković – Vranje, Srbija
80. Slađana Vulin - Novi Sad, Srbija
81. Saša Wajs – Beograd, Srbija
82. Aleksandra Vujčić – Požarevac, Srbija
83. Slađana Stošić – Požarevac, Srbija
84. Radmila Milojević - Paraćin, Srbija
85. Милоје Вељовић – Београд, Србија
Montenegro - الجبل الاسود
1. Милојка Јеловац – Пљевља, Црна Гора
2. Gordana Sarić – Nikšić, Crna Gora
3. Dragoljub Pejović – Podgorica, Crna Gora
4. Milo Radov - Podgorica, Crna Gora
5. Василиса Илинчић - Подгорица, Црна Гора
6. Katarina Sarić Budva - Podgorica, Crna Gora
Croatia – كرواتيا
1. Miro Matijaš – Zaqgreb, Hrvatska
2. Ljubica Katić – Split, Hrvatska
3. Ljiljana Dobra - Šibenik, Hrvatska
4. Lili Koci - Zagreb, Hrvatska
5. Zdenka Mlinar – Zagreb, Hrvatska
6. Spomenka Marčić – Split, Hrvatska
7. Dragica Sekulić – Orahovica, Hrvatska
8. Stevo Leskarac - Zagreb, Hrvatska
9. Ivan Gaćina - Zadar, Hrvatska
10. Biserka pl. Vuković – Lovran, Primorska – Goranska, Hrvatska
Bosnia and Herzegovina - البوسنة والهرسك
1. Dr. Džani Hot – Sarajevo, Bosna i Hercegovina
2. Марија Рожић - Мркоњић Град, Република Српска, БИХ
3. Marica Ferhatbegović - Živinice, Bosna i Hercegovina
4. Đorđa Grgić - Banja Luka – Republika Srpska, BiH
5. Amer Softić - Sarajevo, Bosna i Hercegovina
6. Željko Grahovac – Zenica, Bosna i Hercegovina
7. Refika Dedić - Bihać, Bosna i Hercegovina
8. Irena Perić - Travnik - Bosna i Hercegovina
9. Tatjana Tomić - Gradačac, Bosna i Hercegovina
10. Kemal Ljevaković – Tešanj, Bosna i Hercegovina
11. Violeta Božović - Prijedor - Republika Srpska, BiH
12. Ensar Bukarić - Gornji Vakuf – Uskoplje, Bosna i Hercegovina
13. Mirza Mehagić – Cazin, Bosna i Hercegovina
14. Aleksandra Ašćerić – Zvornik - Republika Srpska, B i H
15. Гордана Илић - Добој, Република Српска, B i H
16. Atina Mušić - Bosanska Krupa, Bosna i Hercegovina
Macedonia – مقدونيا
1. Милица Паулус – Кавадарци, Македонија
2. Љиљана Атанасова – Скопје, МАкедонија
3. Иванка Ика Петровска – Скопје, Македонија - Melbourne, Australia.
4. Бобан Барбарре - Скопје – Мaкедонија
5. Викторија Македонска - Скопје – Мaкедонија
6. Габриела Костадинова - Пехчево, Македонија
7. Marjonka Andonovska – Negotino, Makedonija
8. Лидија Лучко Јеремиќ – Скопје, Мaкедонија
9. Милена Ристова – Михајловска - Штип, Македонија
10. Marija Crvenkovski – Kavadarci, Makedonija
Slovenia – سلوفينيا
1. Ivan Korponai - Veliki Gaber, Slovenija
Russia - روسيا
1. Владимир Александрович Бабошин - Санкт Петербург, Русија
Romania – رومانيا
1. Ana Maria Niculescu - București, România
2. Violeta Bobocea -Buzău România
3. Maria Defrancz- Timișoara, România
4. Liliana Roibu – Piatra Neamț, România
5. Lavinia Elena Niculicea - Babeni, Vâlcea, România
6. Limona Rusu – Suceava, România
7. Angi Melania Cristea‎‏ - Craiova, România
8. Corina Junghiatu-București, România
Austria - النمسا
1. Avdulah Ramčilović – Linz, Austria
2. Наташа Пајковић – Vienna, Austria
Italia – ايطاليا
1. Mirjana Dobrilla – Romanello, Nardò, Italia
2. Regina Resta – Galatone, Italia
3. Salvatore Maria Mattia Giraldi – Italia
4. Farah Atik - Milano, Italia – Marocco
فرح عتيق – ميلانو ، ايطاليا – المغرب
5. Žanka Žana Bošković Coven - Milano, Italija
Germany – المانيا
1. Kaled Khudayda Hussein – Nurnberg, Germany – Iraq
خالد خديدا حسن الشيخ – نورنبرغ ، المانيا – العراق
2. Snaa Tabani – Hamburg, Germany – Iraq
سناء عصمان حسن / سناء طباني – هامبورغ ، المانيا – العراق
3. Joseph Mossa Ilia – Germany, Syria
القس جوزيف موسى إيليا – المانيا ، سوريا
4. Ilda Koca Baltić - Bielefeld, Germany
5. Ruža Rosi – Brun Swick, Germany
6. Magdalena Jočić – Feankfurt, Germany
7. Ibraim Džemail – Ratingen, Germany
8. Savka Vrhar – Kralsruhe, Germany
9. Sandra Vulin – Neuss, Germany
10. Bader Al Swete - Kaufbeuren, Germany - Iraq
بدر السويطي – كاوفبويرن ، المانيا ، العراق
11. Darren Zakaria – Büsingen am Hochrhein, Germany - Syria
دارين زكريا - بوزنغن أم هوخراين ، المانيا - سوريا
Denmark – الدنمارك
1. Alma Buljubašić – Hillerod, Denmark
2. Hatif Bashbuh – Odense, Denmark - Iraq
هاتف بشبوش - أودنسي ، الدنمارك ، العراق
3. Khudhair Karim - Copenhagen – Denmark, Iraq
خضير كريم الرميثي - كوبنهاغن – دنمارك ، العراق
France - فرنسا
1. Salima Zineb Melizi – Paris, France – Algeria
سليمة مليزي – باريس ، فرنسا – الجزائر
Sweden – السويد
1. Kadhim Wahed Sogaiar – Norrkoping, Sweden - Iraq
كاظم وحيد زغير – نورشوبنغ ، السويد - العراق
2. Maison Naim Al-Romi – Stockholm, Sweden - Iraq
ميسون نعيم الرومي – ستوكهولم ، السويد ، العراق
3. Asmaa ALromi – Stockholm, Sweden - Iraq
أسماء الرومي - ستوكهولم ، السويد – العراق
Canada - كندا
1. Тања Ајтић - Vancouver, Canada
USA – امريكا
1. Faleeha Hassan - New Jersey, USA – Iraq
فليحة حسن – نيوجرسي ، امريكا - العراق
2. Ayad Al Baldawi - Oklahoma, USA - Iraq
اياد البلداوي – أوكلاهوما ، امريكا - العراق
United Kingdom – بريطانيا
1. Waffa Razaq Mohammed – London, Britain – UK , Iraq
وفاء عبد الرزاق – لندن ، بريطانيا – العراق
2. Semira Jakupović – London, Britain – UK, Bosnia and Herzegovina
Australia – استراليا
1. Cvija Ašćerić Mitrović - Adelaide, Australia
Iraq – العراق
1. Hussein Nahaba Khalaf – Babylon, Iraq
حسين نهابة – الحلة ، العراق
2. Waleed Jassim Al-Zubaidy - Al Mahaweel - Babylon, Iraq
وليد جاسم الزبيدي – المحاويل – بابل ، العراق
3. Rand Alrubiae – Bagdad, Iraq
رند الربيعي – بغداد ، العراق
4. Atoof Mohammad Saeed Talib - Al Basrah, Iraq
عطوف محمد سعيد طالب الحسيني – البصرة ، العراق
5. Daiy Nuri Jaber - Amara, Iraq
ضي نوري جابر- العمارة ، العراق
6. Haitham Abdulkareem Ghyad – Basrah, Iraq
هيثم عبد الكريم الشمسي - البصرة ، العراق
7. Shakir Dakhil Wali – Amara, Iraq
شاكر داخل ولي – العمارة ، العراق
8. Zainab Safi Abbas – Baghdad, Iraq
زينب صافي عباس العامري – بغداد ، العراق
9. Firas Jumaah Alamashani – Basrah, Iraq
فراس جمعة العمشاني – بصرة ، العراق
10. Huda Wajdie Jasim – Mosul, Iraq
هدى وجدي جاسم - موصل ، العراق
11. Omar Khaleel Majeed Al khafaji - Thi Qar, Iraq
عمر خليل مجيد الخفاجي – ذي قار ، العراق
Syria – سوريا
1. Mufed Fahd Nabzo - Mahardah - Hamah, Syria
مفيد فهد نبزو - محردة - حماة ، سوريا
2. Najah Ebrahem – Damascus, Syria
نجاح ابراهيم – دمشق ، سوريا
3. Ahlam Ganem – Tartous, Syria
أحلام حسين غانم – طرطوس ، سوريا
4. Wafa Jozef Dalla – Damascus, Syria
وفاء جوزيف دلا – دمشق ، سوريا
5. Aisha Alkhedir - Damascus, Syria
عائشة الخضر - دمشق ، سوريا
Tunis – تونس
1. Fatma Mahmoud Saadallah - Tunis/Tunisia
فاطمة محمود سعدالله - تونس، الجمهورية التونسية
2. Samira Chamtouri – Sfax, Tunisia
سميرة الشمتوري – صفاقس ، الجمهورية التونسية
3. Souleyma Srairi - Tunis, Tunisia‎‏
سليمى السرايري – تونس ، الجمهورية التونسية
4. Rachida Mrassi – Tunis, Tunisia
رشيدة المراسي - تونس ، الجمهورية التونسية
5. Fethi Sassi – Sousse, Tunisia
فتحي ساسي – سوسة ، الجمهورية التونسية
6. Hasna Wafa Jlassi - Sousse, Tunisia
حسناء وفاء الجلاصي - سوسة ، الجمهورية التونسية
Algeria – الجزائر
1. Ouiahiba Bensiline – Sétif, Algérie
وهيبة بن سلين- سطيف ، الجزائر
2. Houria Ait Izem - Biskra, Algeria
حورية ايت ايزم - ولاية بسكرة ، الجزائر
3. Rachida Racha Derriche – Sidi Bel Abbes, Algeria
رشيدة رشا دريش – سيدي بلعباس ، الجزائر
4. Mounia lakhdari – Biskra, Algérie
مونية لخذاري – بسكرة ، الجزائر
5. Samia Benahmed - Des Aurès, Algérie
سامية بن أحمد – الأوراس ، الجزائر
6. Fatima Ben Chalal - Algiers – Algeria
فاطمة بن شعلال - الجزائر العاصمة، الجزائر
Maroc – المغرب
1. Karima Nour Aissaoui - Fès, Maroc
كريمة نور عيساوي – فاس ، المغرب
2. Driss Allouch – Asilah, Maroc
إدريس علوش – أصيلة ، المغرب
3. Fatima Baroudi – Rabat, Maroc
فاطمة برودي – الرباط ، المغرب
4. Habiba Hiouach – Fès, Maroc
حبيبة حيواش - فاس ، المغرب
United arab emirates - الإمارات العربية المتحدة
1. Jamil Hussein Ibrahim - Al Mannai, Ras Al Khaimah, United arab emirates – Syria
جميل حسين إبراهيم ( جميل داري ) – المنيعي ، الإمارات العربية المتحدة ، سوريا
Jordan – الاردن
1. Amal Hassan Alqassem - Irbid, Jordan
آمال حسن القاسم – إربد ، الاردن
Sultanate of Oman - سلطنة عمان
1. Aisha Abdulla Alfazari – Sham, Sultanate of oman
عائشة عبدالله الفزاري - صحم ، سلطنة عُمان
2. Ali Sharaf Al Musawi – Muscat, Sultanate of oman
علي بن شرف الموسوي – مسقط ، سلطنة عُمان
3. Hashimiyah Jafar Ali Alawi Musawi – Muscat, Sultanate of oman
هاشمية بنت جعفر بن علي بن علوي الموسوي – مسقط ، سلطنة عُمان
4. Saida Khater Hassan Alfarsi - Muscat, Sultanat of Oman
سعيدة بنت خاطر الفارسي - مسقط ، سلطنة عُمان
5. wafaa salim - Jalan Bani Bu Ali, Sultanat of Oman
وفاء سالم – جعلان بني بو علي ، سلطنة عُمان

Libanon – لبنان
1. Fatima Mansour – nabatiya, libanon
فاطمة منصور – النبطية ، لبنان
Palestine – فلسطين
1. Mriana Qunbar ( Selma Selma) - Jerusalim, Palestine
مارينا قنمبر – القدس ، فلسطين
2. Sulimanan Yunes Alhazin – Gaza, Palestine
سليمان يونس الحزين – غزة ، فلسطين
Egypt - مصر

1. Ahmed Mohammed Fadl Shablool – Alexandria, Egypt
أحمد فضل شبلول – الاسكندرية، مصر
Sudan - السودان
1. Ibtihal Mohammed Mustafa Traitor – Khartoum, Sudan
ابتهال محمد مصطفى تريتر – الخرطوم ، السودان
*****
Svim autorima se zahvaljujemo i čestitamo.
Za sve eventualna pitanja dostupan je mail:
sabahalzubeidi@yahoo.com
Srdačno se zahvaljujem na saradnji…
S poštovanjem…
Sabah Al-Zubeidi
direktor Kulturnog centra Mesopotamija – Beograd, Srbija

venerdì 16 agosto 2019

Ali di farfalla - Elvio Angeletti


Ali di farfalla



Sorvolare su sassi,
fermarsi un attimo,
ascoltare racconti 
del vissuto di tanti
tra il rosso del sangue.
Fuoco ai bordi delle strade
e l’odore della carne spenta
di figli, persi, appena ragazzi.
Sassi di paese
lavati dalla brina
candida negli anni.
Sassi, consumati
dai passi di gente
trascinata come animali,
perché liberi.
Sassi nuovi
che sanno ascoltare
con occhi schiariti
dalla pioggia di sale.
Volo sui sassi di mare
come gabbiani
dalle ali di farfalla
per fare silenzio.
Elvio Angeletti
14-08-2019

UNA STORIA DEGLI UOMINI SCRITTA DA UOMINI La Bibbia riscavata dagli archeologi ebrei di Mario Setta



La celebre frase di Galilei “La Bibbia insegna come si vada in cielo e non come vada il cielo” non vale solo per la Fisica, ma per ogni scienza o per qualsiasi teoria che voglia presentarsi tale. Anche per la storia, che da sempre cerca di avvalersi del metodo scientifico. È chiaro che la storia è prima di tutto la presentazione esatta dei fatti. E tale esattezza è “un dovere dello storico”, sottolineava Edward Carr. Ma se fino ad oggi la storia non è riuscita a stare al passo col metodo scientifico, a maggior ragione non si può pretenderlo dalle opere di tremila anni fa. È quanto cercano di fare due storici e archeologi ebrei che hanno analizzato i testi biblici con i metodi scientifici di oggi. Si tratta di Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, due storici e archeologi ebrei, che espongono i risultati delle loro ricerche nel libro “Le tracce di Mosè, la Bibbia tra mito e storia”.

Il giudizio sulla Bibbia come “capolavoro letterario della civiltà mondiale” è il leit-motiv ricorrente, che sembra collocarsi come ipotesi e verifica di tutta l’indagine. Prescindendo dal valore teologico che il libro sacro assume nella religione ebraica e cristiana, che innesca il problema dogmatico della “ispirazione”, per gli autori non si tratta di “rivelazione miracolosa”, ma di “prodotto geniale della immaginazione umana”. Si tratterebbe di una “saga epica, nata come risposta alle pressioni, alle difficoltà, alle sfide e alle speranze sperimentate dall’esiguo popolo del regno di Giuda nei decenni prima della sua distruzione e dalla comunità anche più esigua del Tempio di Gerusalemme in epoca post-esilica”.

Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman affermano, con prove archeologiche e interpretazioni testuali, che la Torah (i primi cinque libri della Bibbia) risale al 7° secolo avanti Cristo, durante il regno di Giosia. E questa affermazione è di per sé rivoluzionaria, perché presenta le narrazioni precedenti, da Abramo a Mosé, all’esodo, alla conquista di Canaan, la Terra promessa, fino a Davide e ai suoi discendenti come preistoria o racconti leggendari. È vero, tuttavia, che anche la leggenda può avere un valore storiografico, ma resta tale in attesa di elementi probatori.

Molti episodi biblici, dicono gli autori, non sono verità storica, ma finzione letteraria, in modo da offrire un fondamento all’unità del territorio: il regno di Giuda a sud con Gerusalemme centro religioso e politico, in opposizione al regno del nord (Israele, Samaria). Quindi una storia per fare del re Giosia un mito, dal momento che alla tenera età di otto anni (639 a.C.) era salito sul trono del padre Amon, assassinato a Gerusalemme. Durante il regno di Giosia si rafforzarono quelli che sostenevano l’unicità di Jawé (YHWH), mentre si diffondeva l’alfabetizzazione, per cui scrittura e preghiera diventavano strumenti delle nuove idee religiose, sociali, politiche.

L’evento straordinario nel tempio di Gerusalemme fu la scoperta nel 622 a.C. del “libro della legge”, ritenuto la prima forma del Deuteronomio (dal greco “Seconda legge”). Un libro che “usa la frusta ma sa anche parlare al cuore”, si dice nella Bibbia, edita dalla CEI. Ma i due autori ebrei evidenziano e accentuano gli aspetti positivi: monoteismo, festa della Pasqua e dei Tabernacoli, norme di comportamento, leggi morali per il benessere sociale, tutela dell’individuo, diritti umani, dignità della persona, attenzione ai deboli, libertà per gli schiavi dopo 6 anni di servitù, ecc. Purtroppo, alla morte di Giosia, i figli non proseguiranno sulla linea tracciata dal padre. Con l’arrivo nel 587 di Nabucodonosor, Gerusalemme viene assediata e conquistata dai babilonesi. Il Tempio distrutto e innumerevoli ebrei deportati in esilio a Babilonia.

Solo dopo la fine dell’impero babilonese, sconfitto e conquistato dai Persiani, Ciro emana un decreto per la ricostituzione del regno di Giuda e la ricostruzione del tempio a Gerusalemme. Cinquantamila ebrei tornano in patria. Evidentemente non è per simpatia che i Persiani favoriscono il rientro degli ebrei nella loro terra, ma per ragioni politiche. È il momento in cui avviene un ulteriore rimaneggiamento del testo biblico, in modo da porre in rilievo il buon rapporto tra ebrei e persiani, per le origini di Abramo da Ur dei Caldei, che crea un legame tra la terra di Canaan e la Mesopotamia. Rapporto che durerà due secoli, fino alla conquista di Alessandro Magno, il macedone, nel 332 a.C. Con la fine dei sistemi monarchici della comunità ebraica e le vicissitudini della diaspora, la Bibbia diventa l’unico e più forte legame per l’unità degli ebrei. La principale fonte di identità per tutta la comunità. Un libro scritto dagli uomini per gli uomini, che descrive il meglio e il peggio dell’umanità.


In seguito, anche il Cristianesimo inserirà i testi sacri cristiani nel canone biblico, unendo Vecchio e Nuovo Testamento, mentre l’Islam creerà un altro libro, il Corano, con caratteristiche diverse, ma ispirandosi ai testi ebraici e cristiani. Nascono così le cosiddette “religioni del libro”. Se la religione è la prima e la più ancestrale forma di elevazione culturale si può ben capire che le religioni più progredite abbiano fatto ricorso al libro come strumento privilegiato di comunicazione tra il divino e l’umano. Il libro come parola di Dio.

Senza entrare nella diversità della relazione tra il credente e il libro (ispirazione, rivelazione, esegesi, ecc.) secondo le tre religioni, appare evidente l’importanza che il Libro (Bibbia degli ebrei e dei cristiani e Corano dei musulmani) ha avuto e continua ad avere. Un cammino che proseguirà ancora e con maggiore attenzione storico-scientifica. Le ricerca dei due archeologi ebrei è segno che le religioni del libro non restano bloccate dai dogmatismi, ma chiedono sempre lumi per conoscere e approfondire la storia di Dio e dell’Uomo. 


domenica 4 agosto 2019

Abracadabra! - Aldo Dalla Vecchia

Abracadabra!
Photo by Sara Testori, art direction Elisabetta Soldati, tuba di zio Paperone.
 

Aldo Dalla Vecchia pubblica per Pegasus Edition il suo sesto libro “Abracadabra”, venti incontri e storie oltre l’ordinario - Venti interviste esclusive ad altrettanti personaggi dello spettacolo che raccontano il proprio rapporto con religione, spiritualità, paranormale e magia 
Aldo Dalla Vecchia, con i suoi interlocutori famosi, tratta tra l’altro di extrasensoriale, superstizioni, premonizioni, fede e vita oltre la vita. Il libro, in uscita in tutte le librerie e negli store digitali, racchiude in 122 pagine avvincenti confessioni raccolte dal giornalista tra il 2015 e il 2017 rigorosamente dal vivo, come testimoniano i selfie nella quarta di copertina.
Dai segnali inquietanti che, nella tenuta di Al Bano Carrisi a Cellino San Marco, hanno preceduto la scomparsa di sua figlia Ylenia, al sogno premonitore fatto in gioventù che trent’anni dopo avrebbe salvato la vita a Mara Maionchi; dai fenomeni inspiegabili che hanno interessato Casa Vianello dopo la scomparsa di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, alla dimora d’infanzia di Vladimir Luxuria infestata dal fantasma di una donna.conGorbacev12
I protagonisti che hanno raccontato la propria esperienza con il mondo dell’occulto e dell’inspiegabile sono: il cantautore Al Bano, l’avvocatessa Annamaria Bernardini de Pace, il cabarettista e attore teatraleEnrico Beruschi, il conduttore tv ed esperto di lookGiovanni Ciacci, l’attrice francese Corinne Cléry, il make up artist e imprenditore Diego Dalla Palma, la giornalista e scrittrice Silvana Giacobini, il meteorologo Mario Giuliacci, l’attivista ed ex politica Vladimir Luxuria, il nipote adottivo di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello John Mark Magsino, la produttrice discografica e personaggio tv Mara Maionchi, il cantante e paroliere  Cristiano Malgioglio, il “divino” mago Otelma, le attrici  e conduttrici televisive Marisa Laurito, Lory Del Santo, Ana Laura Ribas, Sabrina Salerno, Natasha Stefanenko, l’astrologa Sirio e la cantautrice Ivana Spagna.
Come quasi tutti noi, anch’io  - scrive Aldo Dalla Vecchia - sono sempre stato attratto e allo stesso tempo impaurito dal mondo dell’occulto e dell’inspiegabile, ma nelle prime decadi della mia vita mi sono limitato a coltivare questo aspetto appassionandomi enormemente alle vite di personaggi come Gustavo Rol e Alejandro Jodorowsky (ma anche Padre Pio), amando film come ‘Giulietta degli spiriti’ di Federico Fellini, divorando centinaia di libri nuovi e antichi sull’argomento. Finché una mattina di inizio settembre 2010, mentre intervistavo per uno speciale televisivo John Mark Magsino, il nipote filippino di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, scoprivo che la vera Casa Vianello dove la celebre coppia aveva abitato a Milano 2 era diventata dopo la loro scomparsa teatro di apparizioni inquietanti e fenomeni inspiegabili”. www.aldodallavecchia.com
L'AutoreAldoDallaVecchia12
Nasce a Vicenza nel 1968. Autore televisivo e giornalista da quasi 30 anni. Abita a Milano con due gatti, Achille e Amerigo, e un cane che si crede un gatto, Arturo. Le sue passioni: le canzoni di Mina, giocare a burraco, Simenon, la filodiffusione, il gelato alla pera, le focaccine dell’Esselunga.
Vorrebbe passare la vita a scrivere libri e basta, ma al momento non è ancora possibile. In Tv ha firmato Target”, “Verissimo”, “Il Bivio”, “Cristina Parodi Live”, “The Chef”, “In Forma”. Ha collaborato tra gli altri con: Corriere della Sera, Epoca, TV Sorrisi e Canzoni, A e Mistero Magazine. Ha pubblicato il romanzo “Rosa Malcontenta” (Sei Editrice, 2013), la raccolta di interviste “Specchio segreto” (Sei Editrice, 2014), l’atto unico “Vita da giornalaia”(Murena Editrice, 2015), il giallo “Amerigo Asnicargiornalista” (Murena Editrice, 2015), e “Piccola mappa della nostalgia” (Pegasus Edition, 2016), che hanno vinto numerosi premi. Da “Rosa Malcontenta” e da “Vita da giornalaia” sono stati tratti gli omonimi spettacoli teatrali.

Tus ojos.- Yuleisy .C.Lezcano.


https://drive.google.com/file/d/1-Yf_4Bj4ISkv1apOZkQ8B-OpekvalnIa/view?usp=drivesdk%28Recitado%29

Tus ojos como un nido de amapolas,
naves de estrellas, velas izadas,
seduces el sueño con tus miradas
que bailan con el viento como olas.
Dime, elixir de sonrojos
porque tus verdes ojos
fingen sentimientos de mieles?
A mirra de estrellas hueles
y llevas en los ojos mariposas,
llueve... llueven viajes,
llueven otras cosas
perfumadas con risa inocente
y yo sin equipaje
te busco entre las gentes.

Tus ojos.
Yuleisy .C.Lezcano.


sabato 3 agosto 2019

“MATERA I SASSI”: LA MOSTRA FA TAPPA A TARANTO


“MATERA I SASSI”:
LA MOSTRA FA TAPPA A TARANTO


TARANTO. Dopo La Lopa Matera, toccherà al Castello Aragonese di Taranto (Galleria Meridionale) ospitare dal 24 agosto al 1° settembre 2019 la Mostra fotografica di Cataldo Albano “MATERA I SASSI”, che illuminerà successivamente la città di Verona (dal 25 ottobre).

La Mostra è organizzata da Cataldo Albano, con il Patrocinio del Comune di Taranto, Comune di Matera, Provincia di Verona, Lucana Film Commission; con la partnership di Comando Marittimo Sud della Marina Militare, Vitis in Vulture, Panificio Cifarelli, Cantine Ruggieri Lizzano, Casa Vestita Grottaglie, Simeoni Arti Grafiche Verona, Dolci Colori S.r.l. Verona.

Si tratta di un’esposizione multimediale, foto e video, frutto del reportage nel mese di ottobre 2017 di Cataldo Albano in compagnia dei Sassi, di tre Artigiani e due Modelle.

All’inaugurazione prevista per sabato 24 agosto 2019, ore 20,00, ai saluti di Salvatore Vitiello (Ammiraglio di Divisione comandante il Comando Marittimo Sud della Marina Militare) faranno seguito gli interventi di Mariella Cuoccio (poetessa), Mimmo Vestita (ceramista), Francesco Lenoci (docente Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).

L’ingresso è libero.




NOTE BIOGRAFICHE SU CATALDO ALBANO

Nato a Taranto nel 1950, è residente a Verona dal 1980.
Dopo essersi laureato in Scienze dell’Informazione, ha lavorato presso grandi aziende del settore informatico, dalla progettazione alle vendite, interessandosi parallelamente di comunicazione visiva. Negli ultimi anni ha ripreso la sua passione per la fotografia e le riprese video.

Foto e Video
Dal 2007 ha seguito, documentando, con foto report e filmati, allenamenti, gare, competizioni e contest sportivi nel campo della Vela, del Windsurf e dello Snowboard.
Nel 2009 è stato fotografo ufficiale nelle gare organizzate dall’Associazione Italiana Windsurf.
Nel 2010 è stato fotografo ufficiale di tutte le gare in calendario del Circolo Surf Torbole e altre gare di Vela e Windsurf del Lago di Garda, Sardegna e Calabria.
Nel 2010 e 2011 ha costruito un Diario di Action Wind del Lago di Garda, con la produzione di 2 DVD. “Garda Dimension” e “Garda Dimension Chapter II”.
Nel 2010 e 2011 ha diretto lo Stand del Windsurf allo Sport Expo di Verona.
Nel 2011, 2012 e 2013, alla ricerca del movimento e del colore, ha documentato con foto e video il Making Of ufficiale del Gala d’Oro di Fieracavalli.

Mostre
Nel 2009 ha esposto con la Prima Personale d’Audiovisivi “Cerco il Vento…per FotografarLo!” il Mondo del Windsurf a Torbole presso la nuova sede del Circolo Surf di Torbole durante il Surfestival e a Castelvecchio, ospite del Circolo Ufficiali, con il Patrocinio del Comune e della Provincia di Verona.
Nel 2012, insieme con il fotografo Valerio Di Domenica, ha esposto una personale di Foto dal titolo “Hai mai visto il Circolo?” a Castelvecchio, ospite del Circolo Ufficiali con il Patrocinio del Comune di Verona.
Nel 2013, insieme al fotografo Flavio Castellani, ha esposto una personale dal titolo “Le Pietre del colore” a Castelvecchio ospite del Circolo Ufficiali.
Nel 2014, sempre a Castelvecchio, ospite del Circolo Ufficiali con il Patrocinio del Comune di Verona e del Comune di Lizzano (TA) ha esposto foto e video della cultura vitivinicola dal titolo “dal primitivo al negroamaro”.
Nel 2015, con il Patrocinio di EXPO Milano 2015, del Comune di Verona, del Comune di Taranto, con la collaborazione del Circolo Unificato dell’Esercito di Verona e del Settore Pubblica Lettura del Comune di Verona ha organizzato e esposto la personale Foto e Video “Pane Vino e Pesce” a Verona presso la Biblioteca Civica (dal 30 maggio al 14 giugno 2015), a Taranto presso la Galleria Comunale nel Castello Aragonese (dal 17 agosto al 4 settembre).
Dal 2016 è operatore certificato ENAC per guida APR (droni) in operazioni critiche e non.
Nel 2017 ha prodotto un contenitore multimediale (video, foto, portfolio in iBook e cartaceo) su Matera e I Sassi. Con il Patrocinio del Comune di Matera e della Lucana Film Commission.
Dal 2018 ha realizzato diversi servizi fotografici e video, con utilizzo anche del drone, all’interno e all’esterno delle Chiese Veronesi gestite dall’Associazione Chiese Vive, d’intesa con Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Verona.


ADRIAN BRAVI - L’IDIOMA DI CASILDA MOREIRA


L’IDIOMA DI CASILDA MOREIRA

Un professore di etnolinguistica, Giuseppe Montefiori, da qualche tempo ha un’ossessione che non lo lascia dormire.
Racconta ai suoi allievi che in una zona remota tra la Patagonia e la pampa argentina vivono gli ultimi due parlanti di un’antica lingua che si credeva scomparsa (l’idioma degli indios gu?nu?n a ku?nä).
I due custodi di quella lingua però, Bartolo e Casilda, non si rivolgono la parola da tanti anni, per via di una lite amorosa che hanno avuto da giovani.
Da allora quella lingua se la tengono stretta nella testa. Come fare per impedire che si perda per sempre?
Annibale, allievo del professor Montefiori, decide allora di raggiungere Kahualkan, un piccolo villaggio in mezzo alla pampa, alla ricerca dei due indios.
Proverà a metterli insieme, registrare una loro conversazione e recuperare così quel che si può di quell’idioma magico e ancestrale.



ADRIAN BRAVI È nato a San Fernando (Buenos Aires)  e alla fine degli anni ’80 si è trasferito in Italia per proseguire i suoi studi. Si è laureto in filosofia all’Università degli Studi di Macerata dove attualmente lavora. Nel 1999 ha pubblicato il suo primo romanzo in lingua spagnola e dal 2000 circa ha cominciato a scrivere in italiano. Ha pubblicato articoli e racconti su varie riviste e antologie (il Reportage, Left, Robinson di Repubblica, L’accalappiacani, In pensiero, Crocevia, Almanacco Quodlibet, ecc.). Per la casa editrice Nottetempo  ha pubblicato: La pelusa (2007), Sud 1982 (2008), Il riporto(2011), L’albero e la vacca (nottetempo/Feltrinelli 2013) con il quale è stata inaugurata la collana indies di Feltrinelli e ha vinto il Premio Bergamo 2014, L’ inondazione (2015). Sempre nel 2015 l’editoriale argentina Sofia Cartonera ha pubblicato una breve raccolta dei suoi racconti, Después de la línea del Ecuador. Nel 2012, il cortometraggio di Andrea Papini ispirato al romanzo Il riporto ha vinto la prima edizione del Premio Bookciak 2012. In un suo saggio, La gelosia delle lingue, pubblicato da EUM, affronta con costanti raccordi autobiografici il tema dello scrivere in una lingua diversa da quella di nascita. L’ultimo suo romanzo, L’idioma di Casilda Moreira è edito da ExOrma. I suoi libri sono stati tradotti in inglese, in francese, in spagnolo e in arabo.