L’ANTICO MONTECOSARO
Lirica in quattro quartine di versi a rima alterna e metro impreciso, scritta il 29 luglio 2019 sul pc di casa, alle ore 20.40, da una rapida idea di scrivere de nostro antico Borgo medievale di Montecosaro che alla sera chiudeva le porte delle mura di difesa e gli abitanti, dopo la povera cena, sognano sotto la luna gli amori antichi degli avi progenitori.
L’ANTICO MONTECOSARO
Il villaggio era già silente
e la gente era tutta in casa,
per le strade nessun viandante,
ognun per la cena ora ripara.
e la gente era tutta in casa,
per le strade nessun viandante,
ognun per la cena ora ripara.
La campagna era imbruna
e il contado in casa cenava
con poco cibo e alla luna
qualche amante già sospirava.
e il contado in casa cenava
con poco cibo e alla luna
qualche amante già sospirava.
Le porte chiuse del Paese
impedivano d’uscir a tutti,
per sicuro aveva certe intese
il borgomastro con i patti,
impedivano d’uscir a tutti,
per sicuro aveva certe intese
il borgomastro con i patti,
la luna tra le nubi saliva
candida nel già buio cielo
e i dolci sogni proteggeva
di chi amava nel Medioevo.
candida nel già buio cielo
e i dolci sogni proteggeva
di chi amava nel Medioevo.
NOTE (1-16): Nessuna nota ritengo necessaria.
Montecosaro, 29 luglio 2019
Vincenzo Giusepponi.
Vincenzo Giusepponi.
Nelle immagini sotto: la mia poesia, in due pagine, con caratteri artistici medievali e non, e l'unico dipinto a colori di Montecosaro del 1.576, da un Gigantesco affresco murale nella Chiesa di San Rocco. Mi ricordo che una copia era riprodotta in un quadro appeso sopra la scrivania del nostro Parroco e Arciprete Don Sante Petrelli, purtroppo ora defunto e a cui i cittadini hanno dedicato la "Gabbetta" che era solito percorrere quando dalla Canonica andava nella Chiesa Parrocchiale poco lontana, in Piazza Trieste. Dopo le foto dell'intitolazione della viuzza al nostro amato Arciprete.
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