Come è triste la parola dolore, non vi è scampo quando lo si incontra sul nostro cammino, viene a noi per accoglierci fra le sue braccia e una volta chiusi nella sua stretta non vi è altra via che affidarsi e lasciarsi guidare da lui. E’ come una tempesta improvvisa che ci fa naufragare miseramente e una volta travolti non vi è più scampo perché riduce la nostra vita ad un rottame facendoci vagare inconsciamente senza poter reagire, senza avere la forza di ribellarci. Chi non ha sofferto non può comprendere un’anima dove il dolore ha messo le sue radici.
Si è paragonati ad un cane randagio senza padrone che va ramingo per le strade buie in cerca di qualcosa, in cerca soprattutto di un po’ di affetto e quando vede qualcuno gli si avvicina desideroso, viene scacciato e pur sapendo che non potrà mai avere una casa e un po’ di cibo per sfamarsi, continua a vagare fiducioso in un domani migliore.Però il dolore è anche una battaglia dove ognuno deve dimostrare di saper combattere per poter vincere; lo si deve sopportare dignitosamente: basti pensare che tutti hanno sofferto, incominciando da Cristo.
“Dal dolore sorgono le grandi cose e nascono i forti caratteri, come il fiore nasce dalle spine” afferma il Giusti, ed è vero, ogni grande uomo giunge alle sue mirabili conclusioni scientifiche, letterarie, ecc. solo attraverso la lotta e le contraddizioni.
Il mondo, come dice il Leopardi, è realmente dolore ma per il poeta pessimista al dolore non c’è rimedio. Per l’uomo e la donna che accettano il dolore e vivono nella speranza che esso sarà vinto e che la pace e la tranquillità torneranno, l’accettazione della sofferenza è grandezza spirituale d’incalcolabile valore morale e umano.
Regina Resta
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