venerdì 11 agosto 2017

SE LE LACRIME DI ALEPPO ARRIVANO A VICENZA - Roberto Rossi





SE  LE  LACRIME  DI ALEPPO ARRIVANO A VICENZA

"Signore, la prego mi aiuti", con queste parole questa mattina (10-agosto 2017) mi fermò un signore con voce bassa e grande dignità. Ho notato una fierezza umana segnata dalla tragedia. "Cerchi soldi?" Gli chiesi. "Vengo da Aleppo. Conosci Aleppo?" "Sì, da giornali, TV, una tragedia" gli risposi. "Aiutami per favore, entro stasera devo trovare i soldi per biglietto di treno e andare in Germania". Mi disse che questa era la sua priorità, che ad Aleppo sua moglie incinta era morta sotto i bombardamenti di Assad. "Che Dio lo maledica in eterno" disse. "No - gli risposi io - Dio non centra. Sono solo gli uomini la causa di tutto questo. Solo loro". Mi prese le mani e mi disse "Hai ragione...sono gli uomini". E così raccontandomi della sua famiglia distrutta, e rimasto con un figlio piccolo, i suoi occhi si riempirono di lacrime. Mi fece grande pena perché non potevo e non avrei potuto aiutarlo. Ci spostammo all'ombra, perché il sole era piuttosto caldo. "Sono andato alla Caritas, ma lì danno vestiti, cibo e niente soldi". Penso "Lo so...purtroppo".
"Aiutami per favore se non trovo questi soldi per biglietto stasera non posso raggiungere una zia in Germania che mi ha assicurato lavoro. Qui in Italia non va bene per niente. Avevo un lavoro ero dentista, avevo una casa, una moglie, avevo soldi. Tutto perduto. Non è vita questa. Aiutami signore".
Ben cosciente che non potevo aiutarlo gli diedi pochi spiccioli sentendomi un "verme", ma non avevo altro, ma anche ben cosciente della realtà. Mi racconta dove dorme, in una precaria tenda sotto alberi vicino alla stazione..."Ci sono ubriachi, gente cattiva, lì. Ti sembra vita questa?"
Ero lì che pensavo a chi rivolgermi e glielo dissi. "Mi prese di nuovo le mani, un gesto di grande dignità, di vicinanza, di umiltà. "Per favore aiutami, poi quando sarò in Germania appena potrò ti farò avere tutto, dimmi il tuo nome e cognome e ti sarò grato tutta la vita. Ho studiato la lingua italiana". Lo guardavo in volto e la sua dignità di persona corretta e grandemente sfortunata mi commuoveva, ma nulla potevo fare. Questa era la realtà.
"Se non riesco andare in Germania mi ammazzo! Cerco un ponte alto e mi ammazzo".
"Ma hai un figlio, non puoi dire così!" E mimando un abbraccio disse "Lo abbraccio e mi ammazzo. Che vita è questa se perdi tutto?"
"Comprendo la tua situazione ma non devi dire così, devi avere coraggio (parole, solo parole, le mie)".
Mi abbraccia e..."Grazie lo stesso. Ciao" e si incammina per la sua strada. Ed io con un magone immenso riprendo la mia. Come si fa ad affrontare situazioni simili? Quante di queste realtà ci sono attorno? Realtà già vissute da noi italiani non molti decenni fa, ma dimenticato tutto. Si può e si deve essere solidali, ma il cittadino può far poco individualmente. Ma basterebbe poco, basterebbe vedere persone sofferenti e non qualcosa altro di ostile. Mentre qui in Italia c'è la gara di chi è più indifferente, razzista, xenofobo, sparando falsità e rimanendo dentro il proprio recinto mentale fatto di odio e indifferenza o l'incapacità tra le istituzioni ad una accoglienza vera e lungimirante. Mentre scrivo questo fatto il magone è sempre qui e il pensiero a quella persona, umile o meglio schiacciata dagli eventi che l'hanno travolto è indelebile. Che strada avrà davanti a sé? Che strada hanno chi fugge dagli orrori causati dagli umani???

Testo di Roberto Rossi
Pittore, poeta, scrittore


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