DIALOGO DELLA SERA
Mestizia ed abulia
mi avvolgono stasera, o Dio,
e il mio cuore sgrana rosari di malinconia
sotto gli occhi delle stelle.
La mia fede sembra sbriciolarsi
al vedere molti perire di là della sponda
dove il giorno conosce solo ventriloqui,
occhi infossati e volti accigliati
che vagano senza meta.
Dove sei, che fai, o mio Dio!
Perché non ascolti le implorazioni di chi
versa lacrime per orrori ed ingiustizie,
di chi mangia erbe amare e beve calici di fiele?
Mi scoraggia, o Dio,
il vedere l’iniquità delle nostre città
e i tentacoli del male impadronirsi di palazzi,
istituzioni, chiese e aggregazioni;
mi stuprano le orecchie notizie di morte e di rapine,
di violenze, contese ed oppressioni che s’abbattano
come vento impetuoso sulle nostre case
stringendo i cuori nella morsa di paure, seminando
in me il dubbio della tua presenza
nella storia che viviamo.
Non ti chiedo, o Dio,
estasi o visioni da incidere in scrigni e tavolette,
solo fede capace di vedere il tuo dito di salvezza
tra le vie contorte del cuore degli uomini,
la speranza da sperare in mezzo al buio della notte,
la luce dei tuoi segni di riscatto di poveri ed oppressi,
la libertà per prigionieri di schemi e ideologie
la dignità restituita agli umiliati sotto il ponte.
Vorrei avere la pazienza dell’attesa,
fiducioso che il seme della vita sboccerà,
il grano sarà separato dal loglio
e il male perderà la sua battaglia
sotto gli occhi del giusto con in mano
lo scudo della fede e le labbra distese
a baciare l’infinito tra il profumo del mare
e i giochi del sole innalzando a Te
canti di speranza.
Copyright Domenico Pisana
Modica, 2 ottobre 2016
al vedere molti perire di là della sponda
dove il giorno conosce solo ventriloqui,
occhi infossati e volti accigliati
che vagano senza meta.
Dove sei, che fai, o mio Dio!
Perché non ascolti le implorazioni di chi
versa lacrime per orrori ed ingiustizie,
di chi mangia erbe amare e beve calici di fiele?
Mi scoraggia, o Dio,
il vedere l’iniquità delle nostre città
e i tentacoli del male impadronirsi di palazzi,
istituzioni, chiese e aggregazioni;
mi stuprano le orecchie notizie di morte e di rapine,
di violenze, contese ed oppressioni che s’abbattano
come vento impetuoso sulle nostre case
stringendo i cuori nella morsa di paure, seminando
in me il dubbio della tua presenza
nella storia che viviamo.
Non ti chiedo, o Dio,
estasi o visioni da incidere in scrigni e tavolette,
solo fede capace di vedere il tuo dito di salvezza
tra le vie contorte del cuore degli uomini,
la speranza da sperare in mezzo al buio della notte,
la luce dei tuoi segni di riscatto di poveri ed oppressi,
la libertà per prigionieri di schemi e ideologie
la dignità restituita agli umiliati sotto il ponte.
Vorrei avere la pazienza dell’attesa,
fiducioso che il seme della vita sboccerà,
il grano sarà separato dal loglio
e il male perderà la sua battaglia
sotto gli occhi del giusto con in mano
lo scudo della fede e le labbra distese
a baciare l’infinito tra il profumo del mare
e i giochi del sole innalzando a Te
canti di speranza.
Copyright Domenico Pisana
Modica, 2 ottobre 2016
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