lunedì 29 agosto 2016

Samim Biswas





My past memory reveals my energy.
How calm I felt then!
The days past with its new hope,
Though there was never narrowness.
Can I feel the days I felt?
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©..®Samim Biswas
Malda, West Bengal (India)

Mamma li turchi. (pasquinata) - Alessandro Lemucchi ©





Mamma li turchi. (pasquinata)

È ‘na cosa che se dicea ‘na vorta tanto tempo fa.
Er surtano a li giudichi dice che stanno a sbajà
e che er fijo in Italia a studià a da tornà.
Semo proprio ridotti male se ar maomettano
permettemo de criticàcce a casa nostra.
Io je vojo di ‘na cosa si li giudichi l’hanno indagato
quar’cosa er regal rampolo ha combinato.
Er surtano se svejato
e cor ricatto a noi l’urtimatum a dato
a li sudditi sua dovemo aprì le frontiere
altrimenti li barconi de migranti arriveno a schiere.
È si perché mo ce staranno puro li dissidenti turchi
a fa aumentà li sbarchi.
Nu basteno quelli che c’annamo a pià ‘n mezzo ar mare
che a guardà li video che se fanno quanno vedeno ‘na nave
co li serfi co la “V” de vittoria nella mano ben arzata
a dicce “Ao semo arivati, semo li mejo”.
Se credeno che tutto je dovuto
e se je dicemo quar cosa che nu je sta bene,
st’ommini che so l’urtimo anello de congiunzione
tra li primati e l’omo, che mancava, co tanta superba presunzione
quanno ‘n poro ferroviere je chiede er bigljetto
lo massacreno de botte, anche si è piccolo e magretto.
Regà sapete di chi è la corpa de tutto questo
de li bonisti che c’avemo a capo, e che detesto.
Ora dentro casa c’avemo pure quella che se crede Madre Teresa
quella però era ‘na Santa donna
che ‘nvece de stassene dentro ar convento a dì er rosario
s’è rimboccata le maniche e è partita senza gnente
pe’ aiutà li poveracci all’artro capo der monno.
Pe’ n’inciucio la signora s’è seduta su ‘no scranno
e da maomettana se vestita pur di non contradirli,
e li crocifissi da le scole vole toje pe’ nu non offendeli.
Tradizioni antiche vo leva
e alle radici nostre n’antro vorto je vo’ da.
Je piace lo stile de vita de li migranti
dice che ce porteno cultura
e saranno la faccia de l’Italia futura.
Lei va cantando che li dovemo accoje
perché scappeno da la guera
ma si te fai du carcoli so più omini quelli che ariveno
quar’cosa nu torna loro scappeno
e lasceno moje e fiji sotto a ‘n treno.
È ‘nutile rimuginà su ste cose
tanto se nu se svejamo
l’Italia nostra a puttane v’iè mannata
e fra qua’ anno a Roma se parlerà solo er nigeriano.
Li poveri italiani so diventato ‘n peso pe lo stato
e stanno aspettà solo che se moreno
e così ce potranno dì che c’aveveno ragione loro
che sti migranti so ‘na risorsa
e che l’Italia e ‘na nazione ormai trascorza.
Tutto questo ce dovemo ritrovà
pe’ una che je piace er maometano
e pe corpa ‘n bambino un po’ cretino
che quanno l’Europa je dice zitto e bono
trova ‘ncatuccio pe annasse a nasconnà
‘ndo le ferite de l’orgoglio se pò leccà.

Alessandro Lemucchi ©

Shazarali Siddiqui Artist

 "The world is not dangerous because of those who harm it but because of those who look it and do nothing".
Please pray for Kashmir, my all friends.
25 : 30 ,Acrylics on canvas .

sabato 27 agosto 2016

PRIGIONIERO - Vincenzo Diana







PRIGIONIERO

Sono un essere
maledetto,
senza mai pace
e con poche
speranze.

Sono un uomo
che soffre
per gli altri,
che ancora
non si rassegna.
Sono uno specchio
con troppi
riflessi,
stordito
da troppi bagliori.
Prigioniero
delle parole,
di versi
senza fortuna
che il vento
disperde lontano.
Sono un mare
sempre agitato
ma le mie onde
non fanno rumore.
Timoniere
d’un solo vascello
di cui nessuno
conosce la rotta.
Sono un fiore
senza colori
ma ogni petalo
racchiude un profumo.
Una stanza
senza finestre
ma con porte
socchiuse
che s’aprono
ai sogni.
Sono l’incanto
celato nel mondo,
un essere folle:
sono un poeta!
c@Vincenzo Diana

giovedì 25 agosto 2016

24/08/2016. Ore 3,36 - Barbara Agradi


                                                                        Barbara Agradi



24/08/2016. Ore 3,36

Un rumore assordante: si scuotono i muri, si aprono crepe, tremano i polsi e col cuore in gola, cerchi di fuggire......
Crollano case, palazzi, chiese, campanili.....

Da ogni dove si levano richieste d'aiuto...
con voce flebile, per tutta la polvere ingoiata per la paura di non trovare più chi ti dormiva accanto; anche tu alzi un lamento, e mentre cerchi di capire, ti sorge spontanea la domanda:

Oh Dio, perché.....perche'?

C'è tanto buio.....hai freddo ma senti scendere un rivolo caldo; ancora non sai d'essere gravemente ferita.....Ti senti solo seppellita viva.

In lontananza senti delle voci; un cane che abbaia......forse c'è qualcuno vicino!
Trovi, non si sa dove, la forza di un lamento più acuto......L'abbaiare del cane è sopra di te, qualcuno scava, ti prende........sei salva!

Rivedi uno sprazzo di cielo, una luce abbagliante, dei caschi di uomini meravigliosi che tenendoti tra le braccia piangono; ed il cane, quel cane che sentivi, ora ti sta leccando le ferite!
Sei viva grazie a loro!

Ed allora, incalzante, ti torna la domanda:
Oh Dio, perché......perché?
Ancora non sai che quella domanda va indirizzata ad altri destinatari.........

A tutte quelle persone irresponsabili, quelle che per mera sete di potere politico/economico; firmano autorizzazioni e licenze edilizie senza un briciolo di coscienza e fors'anche competenza!

Quando lo saprai, crescerà a dismisura la tua rabbia.........così come la mia!

Barbara Agradi
24/08/2016
@ riservati
Immagine web

CI SONO GIORNI - di Antonio Cattino



CI SONO GIORNI - di Antonio Cattino

Ci sono giorni consacrati al pianto
quando il dolore travalica dai sensi
e gli occhi si riempiono di lacrime
vincendo ogni intimo ritegno;

sono i giorni in cui ti senti parte
d'umanità piegata e sofferente
e più non pensi ai tuoi momenti
nè al destino tuo che ti attende;
ma piangi e nel piangere converti
la tenerezza di lacrime silenti
in forza per una nuova convivenza;
Un volo verso nuovi orizzonti
ove il tuo particolare angusto
s'annulla nel mistero dell'Universo.
Antonio Catino @25 /08 / 2016

ANCORA IO… E ANCORA IL VOICE DIALOGUE - Carla Sale Musio


Quest’anno ho preso un mese di ferie.

Un mese di vacanza tutto intero non mi capitava più dai tempi della scuola!

Chi fa un lavoro autonomo, come me, non può distrarsi troppo a lungo.

Rischia di perdere il ritmo delle cose da fare e di veder deragliare l’organizzazione professionale costruita nel tempo, con impegno, dedizione e fatica.

Nel mio caso l’ostacolo più grosso alle assenze estive è sempre stato il bisogno di non abbandonare le persone in difficoltà nel momento in cui il caldo e l’atmosfera vacanziera fanno sembrare più intensi i dispiaceri.

La mia professione non prevede altra strategia che l’ascolto partecipe e attento del malessere di chi chiede aiuto.

Il dolore, infatti, è sempre: urgente!

E ha bisogno di risposte tempestive e puntuali.

Forte di queste considerazioni, il mio Attivista Interiore ha avuto buon gioco nel convincermi di anno in anno a diluire le ferie, e mi ha insegnato ad alternare presenza e assenza, in modo da riposarmi senza far sentire nessuna mancanza.

Basandomi sulle sue indicazioni e sulla sua comprovata competenza professionale, fino ad oggi ho scelto di prendere una settimana di vacanza ogni tanto, in modo da non abbandonare chi ha urgenza e fornire un supporto psicologico stabile e costante.

Quest’anno, però, gli incontri, le letture e le sedute di Voice Dialogue hanno permesso anche ad altri sé di emergere dall’inconscio (dove li avevo confinati) e di sedersi a fianco al mio instancabile Attivista, partecipando alla gestione della mia vita.

Certamente questa folla di personalità ha complicato non poco la regolare organizzazione dei giorni di riposo ma, nonostante il dibattito interno (che già da marzo aveva cominciato ad accendersi sul tema del mio tempo libero), l’Attivista aveva le idee chiare su come debbano essere gestite le vacanze di una professionista seria e competente come me.

E, di sicuro, non avrebbe avuto alcun cedimento sulla sua (nostra!) tabella di marcia se, nel mese di maggio, proprio durante l’intensivo sugli istinti, una Bambina Handicappata, Lunatica, Taciturna e Scontrosa, non avesse agito un golpe nella mia personalità, rovesciando il potere di ogni altro sé.

Primari o rinnegati, poco importa!

Sopraggiunta così, senza nessun preavviso, approfittando di una caduta che mi aveva infortunato un piede e reso invalida per qualche tempo, quel piccolo ingombrante Calimero non ha più abbandonato la sua postazione centrale nella mia vita.

E ancora tiene banco dall’alto del suo insopportabile mutismo.

È lei che ha cominciato a insidiare l’Attivista, col suo silenzio pieno di recriminazioni.

Lei, che non parla e non ama incontrare nessuno.

Lei, che non è simpatica e che non si diverte a fare le cose che gli altri amano condividere insieme (mangiare, conversare, uscire, andare al cinema…).

Lei, che non vuole mai fare nulla e che è capace di starsene delle ore in silenzio, a chiacchierare con i suoi pensieri.

Lei.

L’impresentabile.

Quella che mi fa sempre sfigurare.

Lei.

Cioè io.

Quella che cerco di nascondere a tutti, per avere degli amici, per sentirmi attraente e per cercare di farmi voler bene.

Sì, insomma… quella che non vorrei essere.

E invece sono.

Arroccata nel centro della mia volontà, la Piccola Asociale cantilenava nella mia testa il suo bisogno di solitudine, argomentandolo in silenzio con la minaccia della malattia.

“Che senso ha la vita? 

Se non per riconoscere se stessi? 

Rifugiarsi negli altri serve spesso

per diluire l’impatto della tua verità. 

E i mali poi ci fanno ritrovare

le nostre più profonde personalità.”

Che dire?

Da maggio, io e lei abbiamo cominciato a prenderci le misure.

Quel piede dolorante è stato lo strumento che le ha permesso di fare capolino nella mia coscienza, obbligandomi a tollerare la sua (mia!) natura: introversa, solitaria e riflessiva.

“Si vabbè…!!!”

Ok.

Volevo dire: la sua (mia!) natura insicura, impacciata, paurosa, selvatica, chiusa e scorbutica.

(Grazie, Critico!)

Il percorso del Voice Dialogue mi sta aiutando ad accogliere questa parte di me che, fino ad oggi, avevo profondamente rinnegato.

Senza identificarmi totalmente in lei, ma riconoscendone le caratteristiche e accettando che la sua realtà faccia da “contrappeso” alla mia Disinvolta Capacità Di Fare Amicizia Con Tutti.

E così io e lei stiamo imparando a parlarci.

O meglio: io sto imparando a non nasconderla e a permetterle di esprimere i suoi bisogni.

Soprattutto quel suo desiderio di stare da sola.

È così che quest’anno ho deciso di non dare totalmente retta al mio Attivista.

Essere sempre pronta ad ascoltare gli altri è un’arte che per rigenerarsi ha bisogno anche di momenti trascorsi in silenzio e in solitudine.

Quella Bambina Antipatica e Brontolona lo sa.

E non se ne vergogna.

“Che senso ha la vita?

Se non per riconoscere se stessi?

Rifugiarsi negli altri serve spesso

per diluire l’impatto della verità.”

(Ok. Ok. Ho capito.)

Quest’estate ho fatto le ferie più lunghe degli ultimi quarant’anni, ma questo non è il risultato più importante del mio percorso di crescita personale.

Il cambiamento vero è nella pienezza, nell’appagamento e nella felicità con cui ho vissuto ogni singolo giorno. 

Ogni minuto delle mie vacanze.

La mia Impresentabile Bambina Interiore è felice.

Libera dal razzismo e dall’emarginazione con cui l’avevo stigmatizzata fino ad adesso, può finalmente farmi dono del suo entusiasmo e della sua gioiosa autenticità.

“Che senso ha la vita?

Se non per riconoscere se stessi?” 

Carla Sale Musio

Terremoto - Dal Canada gli italo-canadesi si prodigano in raccolta fondi per solidarietà - Luciano Bentenuto

Oggi, tutte le comunità italiane del mondo piangono la perdita dei propri concittadini a seguito del tragico terremoto che ha colpito l'intero centro dell'Italia. E, oggi sono qui, in qualità di Presidente della Federazione Nazionale degli Italo-Canadesi (NFIC), in rappresentanza della voce forte di circa 1,4 milioni di cittadini canadesi di origine italiana e degli italiani emigrati e residenti in Canada.
Come tali, ci siamo subito prodigati per raccogliere il sostegno da ogni parte del Canada per affiancare il nostro impegno a quello delle autorità locali che, in questo momento, hanno bisogno di portare il primo soccorso alle popolazioni più colpite da questa immane tragedia nelle quattro regioni maggiormente colpite dal sisma, il Lazio, l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo.
Una iniziativa nazionale è già stata messa in atto per garantire che tutte le Comunità Italiane presenti in Canada possono essere messe in grado di effettuare donazioni in denaro da destinarsi, direttamente, alle popolazioni maggiormente colpite e bisognose d'aiuto presenti in quelle zone. Nei prossimi giorni saranno comunicate le modalità da seguire per le donazioni e i dettagli dell'iniziativa, in quanto, al momento, le Autorità locali sono ancora impegnate per salvare il maggior numero di vite umane.
* Presidente (FNIC)

mercoledì 24 agosto 2016

La bambina smarrita - Teresa Esposito



La bambina smarrita

Perduta nel lasso
di giorni venduti,
la bambina smarrita
senz’anima rinvenuta.
Son giorni d’inferno
per l’età cascata,
caduta e rinchiusa
nel vuoto del sogno.
La bambina smarrita
geme da sempre:
vorrebbe la vita
del tempo di ieri
e cambiare il senso
al fato fatale.
Non più germogliata,
ma solo indurita
da un tempo canaglia,
la bambina smarrita.
Or ora fantastica,
abburatta il futuro
di un domani migliore.
La bambina smarrita,
è granitica ormai,
e nulla scalfisce
il suo soffio vitale.
Teresa Esposito

Marcia Theophilo - Dorme la terra...



Dorme la Terra, immersa nella notte,
corpo immenso, madre,
Il giorno e la notte si trovano
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
trema e riscopre il dolore.
Il pensiero cammina.
Spazi infiniti,
forse più del cuore,
come la pioggia bagna di lacrime terre lontane
e amori di infinito desiderio.
Malinconia spaziale,
l’acqua coi raggi del sole
si riunisce nell’altitudine
percorre con le nuvole
le distanze fra popoli.
con la loro memoria sono onde
l’universo pulsa assieme.
Dall’imbrunire all’alba
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
la brezza dell’aurora ridestata,
segnale di pericolo, di mutamento.
L’ avvolge in un intenso polverio,
e la città riscopre il dolore,
che la invade dal ventre della terra.
Si mescolano preghiere nel disordine,
portate dal vento, nuvole arenose ,
uccelli cantori impazziti
pensano con il vento e vanno le foglie,
Alberi! Io vi chiamerò per nome:
Claraybas, Maçaranduba, Jacarandà,
Pitanga, Araçà-mirì, Ibirapitanga.
E Acero Montano, Faggio, Roverella,
Quercia, Pioppo, Olmo Campeste
canteranno tutti assieme.